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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Locazioni a breve termine e turismo, la proposta di Ata arriva in Parlamento

I responsabili della proposta di legge: «Quello delle locazioni brevi è un segmento del mercato immobiliare che si è allontanato dagli affitti a uso abitativo per farsi a tutti gli effetti attività turistico-ricettiva, facendo impennare oltremisura la rendita immobiliare»

Ci sarà anche Padova domani, giovedì 21 settembre ,in Parlamento per un incontro tecnico a Palazzo Carpegna (una delle sedi del Senato) per presenziare insieme ad Ata ad un incontro con i parlamentari sulla proposta di legge per la regolamentazione delle locazioni a breve termine. Una proposta elaborata proprio dalla campagna Alta Tensione Abitativa. «Concorderemo insieme i prossimi passi con la presa in carico della proposta da parte dei parlamentari che riterranno di sostenerla avviando l'iter per la sua approvazione nelle forme opportune in Parlamento - raccontano gli esponenti di Ata - .Intento ambizioso il nostro: saldare in un percorso dal basso i diversi livelli, da quello sociale della cittadinanza attiva a quello tecnico-scientifico degli specialisti giuridici e della città, e poi a quello politico di comuni e regioni fino ad approdare in Parlamento». Parteciperà la consigliera regionale del Veneto che Vogliamo, Elena Ostanel.

L'emendamento Pellicani

«Eravamo entrati in Parlamento dalla finestra con l'emendamento Pellicani (che però si riferiva solo a Venezia ed è rimasto inapplicato dal Sindaco di Venezia), ora ci hanno aperto la porta. L'auspicio è di aprire un dialogo con le forze politiche di maggioranza e opposizione per fare della nostra proposta una legge dello Stato, con sostegno bipartisan - proseguono - .Si apre un altro capitolo della nostra storia che resta comunque radicata in basso nei territori. Ata è un movimento civico non riconducibile ad alcun partito e intendiamo mantenere le nostre
autonomia e indipendenza, per questo auspichiamo di ottenere sostegno e adesione plurale e trasversale,
senza che la nostra diventi proposta di bandiera di un unico partito o schieramento. Per questo abbiamo
indirizzato l’invito all’incontro a tutti i componenti delle commissioni parlamentari competenti in materia
di Camera dei deputati e Senato della Repubblica oltre che ai Presidenti di tutti i Gruppi parlamentari che
potranno condividere il messaggio con chi nei vari partiti possa essere interessato a conoscere la proposta
e a dare un contributo. Non siamo opposizione politica pregiudiziale e contrapposizione a prescindere,
pur non rinunciando a protestare quando utile e necessario (verso qualunque parte politica da cui
dissentiamo nei vari casi specifici) preferiamo emanciparci dalla protesta a vantaggio della proposta; con
spirito di servizio ci facciamo coscienza critica, spinta e spunto al cambiamento».

No ai partiti

«Abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse da alcuni partiti e da numerose amministrazioni locali, ma
auspichiamo che la nostra non diventi una proposta di bandiera di questo partito o quello schieramento,
e si riesca a valorizzare il carattere civico della nostra campagna dandoci modo di passare il testimone alla
politica perché faccia della proposta una legge dello Stato - chiudono da Ata. Il mercato turistico è un fenomeno rilevante con cui è inevitabile misurarsi, tuttavia, si tende a esaltare i vantaggi dell’impatto economico trascurando
i danni provocati al tessuto sociale e le conseguenze sulla vivibilità delle città. È diventato improrogabile
definire strategie per governarne le dinamiche e attenuare l’impatto sulle realtà locali nelle quali si genera
sofferenza sociale. Non abbiamo inteso avviare una crociata ideologica per contrastare il turismo toutcourt,
Ata è piuttosto un movimento nato dalla convinzione che sia opportuno, utile e necessario introdurre norme per regolare un segmento del settore turistico privo di regole come quello delle locazioni turistiche a breve termine, che non consideriamo la causa di tutti i mali che affliggono le nostre città, ma che certamente contribuisce in misura rilevante».

La proposta

«La nostra proposta ha un approccio diverso, ma non è incompatibile con le misure proposte dal ministro
Santanché, dal momento che le due proposte affrontano il tema da punti di vista diversi. La nostra
attenzione è rivolta alle politiche della casa che è improrogabile riprendere e rilanciare. Il tema è la regolamentazione delle locazioni a breve termine. Quello delle locazioni brevi è un segmento del mercato immobiliare che si è allontanato dagli affitti a uso abitativo per farsi a tutti gli effetti attività turistico-ricettiva, facendo impennare oltremisura la rendita immobiliare. In assenza di regole e nell’indifferenza generale, quest’attività senza controllo è cresciuta a dismisura inquinando il mercato della casa in affitto e il valore delle case in vendita, rendendolo proibitivo al residente medio e diventando una rilevante criticità urbana. A differenza dei B&B, che devono – almeno in alcune regioni - rispondere a determinati requisiti (dimensione alloggi, superficie ad uso esclusivo residenziale della famiglia, agibilità, ecc.), quella delle locazioni turistiche è attività che si può
avviare liberamente previa una semplice comunicazione. In origine veniva considerata una libera iniziativa
privata, non era previsto alcun adempimento ed era priva di regime fiscale. Poi si è deciso di equipararla
ai contratti residenziali e nonostante i lauti introiti e le conseguenze nefaste sul mercato delle case in
affitto per gli abitanti, gode ancora oggi di vantaggi e incentivi fiscali come quello della cedolare secca,
pensati per sostenere e incrementare il mercato delle abitazioni in affitto e finiti a sostenere un’attività
economica che contribuisce invece a inaridirlo fino a prosciugarlo. Quello delle locazioni a breve termine è un rilevante fattore nella perturbazione del mercato della casa in affitto, certo non l'unico, ma la sua regolamentazione è un importante contributo alla tutela del diritto alla casa e alla sopravvivenza dell'identità e della vita nelle nostre città. Il turismo è fenomeno che non va demonizzato ma neanche può essere lasciato libero di dilagare senza argini come avvenuto fino ad oggi. Né basta introdurre regole tese solo a tutelare il decoro nei centri storici o ad attenuare la concorrenza con le strutture ricettive tradizionali; la questione va affrontata in modo organico contingentando l'attività e introducendo soglie massime, come previsto dalla nostra proposta di legge che alleghiamo nuovamente nonostante quelle che abbiamo apportato siano solo piccole verifiche migliorative a seguito dell'ennesimo confronto con specialisti in ambito giuridico, con l'aggiunta del quadro sanzionatorio e di piccoli ritocchi di mero drafting legislativo con riscrittura di alcuni passaggi per migliorarne la comprensione.
Importante sottolineare come la proposta riguarda una legge nazionale che attribuisce ai comuni il potere
di agire con piena autonomia decisionale sulla materia con facoltà (non obbligo) di declinare la norma in
dettaglio. L’impatto è diverso da zona in zona perfino di uno stesso territorio comunale e lo si deve
riconoscere declinando le regole in relazione alle peculiarità delle città e alle condizioni specifiche al loro
interno, non ci possono essere regole generali e uguali in ogni dove. In questo modo si valorizza il decentramento amministrativo a vantaggio dell’istituzione più vicina ai cittadini e alle realtà territoriali dei singoli luoghi, seppure in un quadro di riferimento normativo valido per l’intero territorio nazionale».

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