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L'avvocata D'Agostino replica al Prefetto: «A stabilire il numero dei femminicidi saranno i processi»

L'avvocata del centro antiviolenza e del Progetto Donna che gestisce le case rifugio, mette in discussione tecnicamente la tesi di Francesco Messina: aveva distinto gli omicidi di donna dai femminicidi e per lui sono 40, non 105

«I reati di violenza contro le donne sono in clamoroso aumento. In un decennio abbiamo un aumento del 105% dei reati di maltrattamento, 48% di atti persecutori, del 40% i  reati della violenza sessuale. I dati sulle violenze di genere registrano in maniera esponenziale un incremento». Aurora D'agostino, già consigliera comunale, è avvocata del centro anti violenza di Padova e del progetto donna che gestisce le case rifugio, messe a disposizione delle donne che sono vittime di abusi. D'Agostino è anche co-presidente dei Giuristi Democratici. Abbiamo interpellato lei per sapere se è d'accordo sulla distinzione che ha fatto il Prefetto Francesco Messina a proposito dei femminicidi. Per il Prefetto Francesco Messina sono in calo, 40 quest'anno rispetto ai 51 dell'anno precedente. Una lettura che ha fatto storcere il naso a molti, ma soprattutto a molte. «Sono rimasta colpita dalle affermazioni del Prefetto, ma i dati sono pubblici, non so se abbiamo letto gli stessi. La relazione del Ministero è aggiornata all'ultimo femminicidio avvenuto prima della uccisione di Giulia Cecchettin», premette la legale.

Anche l'avvocata D'Agostino sceglie di avere un approccio tecnico, come ha fatto il Prefetto, sulla delicata ed importante questione: «Innanzi tutto capiamo cos'è un femminicidio. Causa essenziale è l'appartenenza della vittima al sesso femminile, quindi può essere considerato tale anche l'omicidio di una madre. Sono 87 le donne uccise in ambito famigliare e affettivo, in Italia, quest'anno, 55, non 40 come affermato dal Prefetto, per mano del partner o dell'ex. Quindi sono di più, non meno. Il dato 40 fornito dal Prefetto non torna rispetto ai numeri oggettivi, ufficiali». E' ferma ma decisa nella sua contestazione: «Pare di capire che il Prefetto comprenda solo i casi in cui è presente la relazione affettiva ma l'ambito famigliare è più ampio. Ha fatto una serie di esempi di omicidi di donne e distinguo legati alla motivazione e messo in fila una serie di esempi». Il Prefetto infatti ha messo in fila una serie di casi in cui è deceduta una donna e rimarcato quelli che sono i motivi che hanno spinto a uccidere: «Mi ha stupito questo tipo di affermazione e la sicurezza con la quale l'ha fatta. O il Prefetto di Padova ha in anticipo le sentenze di processi evidentemente non celebrati, si parla di delitti compiuti quest'anno oppure non riesco a comprendere come, in astratto, possa determinare la motivazione del delitto. Mi pare azzardato in questo senso».

Il Prefetto ha fatto riferimento anche a zone del paese più arretrate dal punto di vista culturale, dove le donne sarebbero più propense ad essere sottomesse. «I dati dicono che le regioni in cui ci sono il maggior numero di reati violenti contro le donne sono la Lombardia e l'Emilia Romagna. Il Veneto ha gli stessi dati della Sicilia. Siccome nell'immaginario collettivo l'arretratezza culturale è legata a zone dove è più presente un'attività criminale, può essere che denunciano meno, ma se stiamo ai dati non possiamo certo definire la Lombardia e l'Emilia Romagna come aree arretrate culturalmente», replica l'avvocata D'Agostino.

«Molti di questi delitti potrebbero essere evitati se ci fosse un serio sistema di prevenzione», ci tiene a ribadire, al di là dei numeri che sono impressionanti. E' che dietro ognuno di quelle cifre ci sono vite», come sa bene l'avvocata D'Agostino. «Intervenire prima si può se ci sono gli strumenti giuridici. Se verrà confermato poi che sono state allertate le forse dell'ordine e che non sono intervenute per tentare di salvare Giulia, viene una certa rabbia». Su una cosa è dello stesso parere con il Prefetto Francesco Messina: «Sono d'accordo su un punto con il Prefetto: speriamo che non sia solo una ondata emotiva quella che sta smuovendo tutto il paese ma che sia l'inizio di un percorso che porti davvero al superamento delle violenze di genere». 

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