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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Cappellini: «La verità mediatica ha deviato il giudizio nei confronti di Massimo Bossetti»

Relativamente alla condanna si era discusso durante la presentazione del libro L’Apparente Verità/Luci e ombre del processo mediatico, in Sala Anziani a Palazzo Moroni

Riceviamo e pubblichiamo:

Relativamente alla condanna del signor Bossetti si era discusso anche durante la presentazione del libro L’Apparente Verità/Luci e ombre del processo mediatico, avvenuta il 4 novembre scorso presso la Sala Anziani di Palazzo Moroni, la cui autrice, la dottoressa Elena Cappellini si era schierata dalla parte degli innocentisti.

La verità mediatica

«Dopo aver collaborato con il dottor Bianco, perito di parte e aver fatto approfondite analisi e letture degli atti durante il periodo di studi del Master in Intelligence e Homeland Security mi sono subito accorta di come la verità mediatica possa alterare la verità sostanziale e di quanto anch’io fossi stata deviata nel giudizio nei confronti del signor Bossetti. Insieme al professor Meluzzi mi ero già espressa quella sera dicendo che "Comunque andrà, questo caso farà la storia della giurisprudenza. Non si può condannare un uomo con una sola prova irripetibile" e questo è stato il motivo anche della scelta del titolo del mio libro».

Le anomalie

«Venerdì sera ero presente alla trasmissione “Quarto Grado” durante la diretta nell’attesa del verdetto della Corte di Cassazione. Non è stata una doccia fredda perché avevamo già capito la direzione del giudizio ma si sperava quanto meno in un annullamento con rinvio. Le provescientifiche devono essere di rafforzamento di un quadro probatorio molto più ampio che in questo caso assolutamente non c'è. In presenza di queste anomalie ripetere l'esame sarebbe stato doveroso. Il fatto che sia stata negato due volte, dimostra che quella prova dichiarata abbondantissima in realtà non esiste più e che non è stato possibile alla difesa neanche accedere ai dati grezzi. Una condanna emessa non al di là di ogni ragionevole dubbio, ma al di là di ogni ragionevole esistenza di prove e secondo la probabilità dei fatti».

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