«Mancano gli alloggi per gli studenti, siamo in emergenza»: la denuncia del Catai
Nella mattinata di oggi, martedì 4 ottobre, gli attivisti del Catai hanno protestato in merito davanti a uno stabile di proprietà dell'Università in via Tiziano Minio, chiedendo che diventi uno studentato
L'emergenza abitativa a Padova si fa sempre più grave, andando ad intaccare anche l'accesso al diritto allo studio: nella mattinata di oggi, martedì 4 ottobre, gli attivisti del Catai hanno protestato in merito davanti a uno stabile di proprietà dell'Università in via Tiziano Minio, chiedendo che diventi uno studentato.
La denuncia
Denunciano gli attivisti del Catai: «Attualmente a Padova gli studenti che hanno diritto a un alloggio pubblico sono 2.000, ma i posti in residenza sono appena 700. Ci sono quindi 1.300 idonei non assegnatari, a cui vanno sommati moltissimi studenti internazionali, che si trovano abbandonati e costretti a cercare un affitto privato. Studentesse e studenti fuori sede con famiglie a basso reddito messi davanti a un bivio: tornare nella propria città natale, oppure affittare una stanza al prezzo medio di 450 euro (nell'ultimo anno gli affitti privati sono saliti del 40% rendendo Padova la terza città più costosa d'Italia da questo punto di vista). Una giungla che rende la nostra città e la nostra università sempre meno accessibile soprattutto alle fasce di popolazione a reddito più basso. Servono soluzioni immediate che devono essere trovate in primis da Università e Esu ma anche dal Comune e dalla Regione. Le rivendicazioni degli studenti sono:
- Sistemazione di emergenza per tutti gli idonei all'alloggio non assegnatarx per assenza di posti.
- Eliminazione del criterio dei 10 mesi di contratto per gli studenti borsisti fuori sede.
- Rimborso delle spese agli studenti e studentesse che sono stat* costrett* a stare in hotel o in b&b perché rimast* senza residenza e senza casa.
- Ristrutturazione di immobili di proprietà dell'Esu o dell'Università affinché diventino residenze studentesche pubbliche.
- Aumento dei posti letto nelle residenze pubbliche entro l'inizio dell'anno accademico 2023/2024 almeno pari al numero di studenti idonei».