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Esternalizzazione dei servizi del 118, Cgil e Uil: «Così nessun controllo sui servizi di emergenza»

Le sigle sindacali: «Per questo motivo abbiamo chiesto alla Regione di convocarci e permetterci di spiegare cosa sta succedendo nelle aziende sanitarie e suggerire strade alternative»

Volantinaggio davanti all’entrata del Pronto Soccorso di Cittadella, nella mattinata di oggi 16 febbraio, di FP Cgil Padova e Uil Fpl Padova per informare e protestare contro la decisione dell’Usl6 Euganea di esternalizzare il servizio Suem 118 del presidio ospedaliero della città murata (e anche di Piove di Sacco). Una decisione che aggiungerà, secondo i sindacati, altre criticità a quelle che già si registrano all’interno dell’ospedale, prima fra tutte l’ormai cronica mancanza di personale. «La grave carenza di personale medico dipendente nei Pronto Soccorso della nostra regione – dicono Alessandra Stivali e Marika Damiani della Fp Cgil Padova insieme a Michele Magrini della Uil Fpl Padova – sta determinando delle scelte di esternalizzazione da parte delle aziende ospedaliere che contestiamo su tutta la linea: in primis, perché non restituiscono in qualità l’esborso economico che comportano che, ricordiamo, incide in maniera pesante sui già insufficienti Fondi Sanitari Regionali. E, in secondo luogo, perché con le esternalizzazioni si determinano delle gravose conseguenze in termini di disorganizzazione del servizio. Estenderle al comparto, cioè anche agli infermieri che escono nelle ambulanze, significa perdere completamente il controllo su un’attività così delicata perché di fatto si romperà la filiera».

Nessun controllo

«In sostanza – insistono i tre sindacalisti – questo comporterà che per strada gireranno delle equipe su cui non ci sarà nessun tipo di controllo diretto da parte dei dirigenti ospedalieri e considerato che con molta probabilità si tratterà di personale senza nessuna conoscenza reale del territorio è un rischio che riteniamo troppo alto che non potrà non ricadere sulla stessa qualità del servizio. Nonostante questo, la Regione Veneto considera le esternalizzazioni il primo rimedio alla mancanza di personale senza rendersi conto che questo non può che distruggere, pezzo dopo pezzo, il nostro Servizio Sanitario Regionale. In realtà, questo è un processo che va avanti da almeno vent’anni, da quando qualcuno ha deciso che i numeri dei bilanci contano più dei bisogni delle persone, un modello che il Covid ha dimostrato ampiamente che non funziona. La verità è che la politica dovrebbe iniziare a fare la sua parte partendo, per esempio, dalla scelta di sviluppare un vero progetto di unificazione e integrazione delle tre Usl che unite sono diventate la 6 Euganea, al fine di raggiungere una gestione dei servizi, non più su base territoriale come ancora purtroppo oggi avviene».

La richiesta alla Regione

«Per questo motivo – concludono Stivali, Damiani e Magrini – nei giorni scorsi abbiamo chiesto alla Regione di convocare le sigle sindacali del comparto e della dirigenza per permetterci di spiegare compiutamente che cosa sta succedendo nelle aziende sanitarie e suggerire quali altre strade alternative si possono percorrere per evitare il grave danno al sistema che le esternalizzazioni dei servizi, e in particolare dei servizi di emergenza, stanno determinando al nostro Servizio Sanitario»

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