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Clima: primavera in anticipo nei campi, gli asparagi spuntano un mese prima

Le temperature miti hanno favorito la maturazione anche dell’insalata novella, che si solito si trova da marzo, mentre le chiocciole sono già uscite dal letargo

Nei campi è già primavera, con oltre un mese di anticipo, e conseguenze non sempre felici. Le temperature miti delle ultime settimane, l’umidità, le poche notti con temperature appena sotto lo zero, l’assenza di precipitazioni hanno favorito la fioritura fuori stagione di alcune primizie. Così nelle campagne padovane i radicchi e i cavoli ormai sono finiti e si passa alla raccolta di insalata novella, che si solito di trova da marzo, e addirittura degli asparagi, pure questi con un mese di anticipo. Nel fine settimana sono già stati messi in vendita dagli stessi produttori al Mercato Coperto di Campagna Amica Padova, che si tiene al mattino in via Vicenza 23. Di solito gli asparagi si trovano a partire dalla seconda metà di marzo - ricorda Coldiretti Padova - o addirittura dagli inizi di aprile. In Veneto gli asparagi sono coltivati su oltre 1.620 ettari, con un incremento del 5,6%, di cui un terzo a Padova, 540 ettari, +18% (dati Veneto Agricoltura).

Rischio malattie

La nostra provincia - aggiunge Coldiretti Padova - è prima in Italia per la produzione di asparagi bianchi, sia per quantità che per precocità. Questo grazie alla temperatura del terreno sensibilmente più elevata nei campi ai piedi dei Colli Euganei, antichissimi vulcani spenti. Ora questo anticipo di primavera ha accelerato ulteriormente la maturazione. Le temperature miti però non sono sempre un bene perché, insieme all’elevata umidità, possono favorire lo sviluppo di malattie fungine e incidere negativamente sulla produzione complessiva. Intanto quest’anno i primi esemplari di asparagi sono già spuntati, con largo anticipo sul calendario. Al Mercato Coperto anno fatto la loro comparsa, per la prima volta a febbraio, altre primizie decisamente precoci, come le insalate fresche, l’insalata novella, le rosole e il lattughino, anche queste già presenti sui banchi dei produttori che praticano la vendita diretta, mentre vanno ormai esaurendo le disponibilità di ortaggi tipicamente invernali come i radicchi, i cavoli, le verze. Per questi prodotti la stagione è stata piuttosto “corta” a causa dell’inverno mite che ha concentrato la produzione e che sta risvegliando dal letargo anche numerose specie animali. E’ il caso delle chiocciole allevate a Lozzo Atestino, anche queste presenti oggi al mercato, in questi giorni particolarmente attive e già spuntate dai terreni nei quali riposano per tutto l’inverno, quest’anno assai breve. La mancanza di vegetazione sul terreno, però, le espone agli attacchi delle gazze che fanno letteralmente razzia impoverendo l’allevamento.

Gli effetti climatici

Gli effetti dei cambiamenti climatici ormai stanno stravolgendo il calendario della stagionalità di tutti i principali prodotti agricoli in campo. Il surriscaldamento, continua la Coldiretti, colpisce le imprese agricole con lo sconvolgimento dei normali cicli colturali che impatta sul calendario di raccolta e sulle disponibilità con effetti concreti anche per i consumatori che sono costretti a fare i conti con le fluttuazioni anomale dell’offerta e dei prezzi dei prodotti. Inoltre il caldo anomalo provocherà il “risveglio” anticipato di insetti come la cimice asiatica, un vero flagello nelle nostre campagne.

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