rotate-mobile
Attualità

Comitati contro la quarta linea all'inceneritore: «Il no di Giordani è solo di facciata. Ci aumenta la Tari»

Il Comune non ha voluto partecipare alla raccolta fondi per il ricorso presentato dai cittadini, prendendosi l'attacco politico su San Lazzaro

«Il 10 dicembre tutti noi cittadini padovani dovremo pagare la rata di saldo della Tari (la tassa sui rifiuti). L’aumento medio rispetto al 2022 sarà di circa il 4% e più per le utenze domestiche: ognuno di noi potrà calcolare la differenza tra quanto pagato nel 2022 e quanto pagherà nel 2023. I motivi sono tanti: fino a che non sarà generalizzata la raccolta porta a porta in tutta la città, con tariffa puntuale e gestione in house senza profitto, la tariffa non sarà equa e continuerà ad aumentare. A Padova nel quartiere San Lazzaro esiste un inceneritore per il quale è previsto il potenziamento». I comitati per il no all'inceneritore tornano a farsi sentire e a prendersela con Regione e amministrazione comunale.

Hestambiente

«La Regione ha chiesto al gestore Hestambiente Srl di aumentare la potenza costruendo un’altra linea, la 4° con la chiusura delle vecchie 1° e 2° che ormai non facendo più utili Hestambiente vuole chiudere - spiegano dai comitati contrari alla quarta linea - .La 3° e la 4° linea alla fine bruceranno circa 60 mila tonnellate di rifiuti in più all’anno, con il conseguente aumento di emissioni inquinanti (polveri PM2,5 e PM10, ossidi di azoto, anidride solforosa, Pfas, metalli pesanti, diossine ecc.) e di CO2, gas che altera il clima e potenzia gli effetti dell’inquinamento atmosferico, perché l’aumento delle temperature causato dalla CO2, per es., comporta un aumento di intensità dell’irraggiamento solare che, agendo sullo smog, genera Ozono, gas irritante, che anche quest’estate ha superato i limiti di allarme».

Il Comune

«Il Comune di Padova introita ogni anno da Hestambiente 8,20 euro a tonnellata di rifiuto bruciato (caricati da Hestambiente sul costo del rifiuto incenerito senza diminuire il suo profitto): per 150-160 mila tonnellate/anno di rifiuti l’incasso è pari a 1.200.000-1.300.000 euro, fondi che avrebbero dovuti essere spesi, come da art 37 LR 3/2000 e sm., per ristorare il disagio indotto nel territorio dalla presenza dell'impianto. Come Comitato No quarta linea inceneritore di Padova abbiamo interpellato e incontrato gli assessori Bressa e Ragona per sapere come erano stati spesi questi soldi e dopo vari incontri (il primo è stato agli inizi di quest’anno) la risposta che ci hanno dato è stata che ogni anno (almeno dall’anno 2020), 350 mila euro sono stati adoperati per diminuire la Tari. Gli altri 900- 950 mila euro non hanno saputo dirci come sono stati spesi. Questa mancanza di trasparenza è inammissibile. Di certo ed è evidente, tali risorse non sono state utilizzate per ristorare il disagio prodotto dall’inquinamento indotto dall’inceneritore a cominciare dai quartieri più vicini all’inceneritore stesso».

La quarta linea

«Nell’ultimo incontro con l’Assessore Ragona del 13 novembre scorso abbiamo chiesto, avendo il Comune di Padova votato no alla 4° linea dell’inceneritore nella conferenza dei servizi e avendo a disposizione il contributo di 8,20 euro a tonnellata che una piccola parte fosse versata a sostegno del ricorso al Consiglio di Stato contro il progetto di Hestambiente, che i cittadini padovani hanno depositato ai primi di ottobre. La risposta è stata negativa, come d’altronde lo stesso Sindaco ci aveva già precedentemente fatto sapere. Questa è la dimostrazione che il NO al progetto di Hestambiente è stato solo di facciata e non sarà seguito da nessun atto concreto».

Il ricorso

«Abbiamo consegnato il Vademecum contro la 4° linea su cui compare anche l’IBAN IT23O0306909606100000187854 Intestato: ASSOCIAZIONE NUOVI ORIZZONTI ECOLOGICI. Causale: ricorso Consiglio di Stato dove ognuno potrà versare per contribuire alle spese legali del ricorso.Abbiamo inoltre chiesto, sempre con una piccolissima parte di quelle entrate di 8,20 euro, che fosse sostenuto il progetto di biomonitoraggio dei metalli pesanti nelle unghie dei bambini che i medici per l’Ambiente, Isde Padova, hanno presentato all’Amministrazione (consegnato in forma cartacea anche a Ragona). Progetto già svolto a Torino, Forlì, Barletta, con risultati significativi di assorbimento dei metalli a seconda della zona di residenza. Si tratta di un’indagine relativamente semplice fatta su un campione minimo di 200 bambini, a basso costo (10-15 mila euro), che potrà essere completata in un anno con la partecipazione attiva e volontaria dei cittadini interessati, delle scuole e delle associazioni ambientaliste. Il progetto sarà previamente sottoposto all’approvazione del Comitato Etico di Sperimentazione Clinica. Sul biomonitoraggio abbiamo concordato un altro incontro per il 13 dicembre con l’Assessore Ragona, i medici ISDE promotori del progetto e il Comitato No quarta linea Inceneritore per verificare se l'Amministrazione Comunale intende finanziare il progetto, in che termini e con quali modalità». 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Comitati contro la quarta linea all'inceneritore: «Il no di Giordani è solo di facciata. Ci aumenta la Tari»

PadovaOggi è in caricamento