rotate-mobile
Attualità

Confindustria, sicurezza sul lavoro: imprese e pubblica amministrazione insieme per la prevenzione

Leopoldo Destro: «Accrescere sempre di più i livelli è un dovere di civiltà verso le persone. Dobbiamo continuare a farlo, poiché gli infortuni sono ancora troppi e troppo gravi»

Di fronte agli infortuni sul lavoro, tutti gli attori, a ogni livello, sono chiamati al dovere di accrescere sempre di più i livelli di sicurezza e di porre in essere tutte le azioni possibili al fine di ridurre i rischi e promuovere la cultura della prevenzione. Nasce da questa convinzione il convegno “La Sicurezza sul Lavoro: le Imprese e la PA assieme per una Transizione Giusta” promosso da Confindustria Veneto Est e sostenuto da Eni, Eurota e RemTech Expo, tenutosi questa mattina nella sede di Venezia-Marghera. L’evento ha voluto mettere a confronto tutti gli attori, dal Governo alle Istituzioni regionali, dagli Enti di controllo e sorveglianza come Vigili del Fuoco, Inail e Spisal, alle imprese e ai Sindacati con l’obiettivo di collaborare a un nuovo modello sinergico di prevenzione per tutelare e promuovere la salute e la sicurezza di tutte le lavoratrici e i lavoratori e prevenire infortuni e malattie professionali. 

La voce dei protagonisti

«Accrescere sempre di più i livelli di sicurezza sul lavoro è un dovere di civiltà verso le persone e il valore del lavoro - spiega Leopoldo Destro, Presidente Confindustria Veneto Est - .Dobbiamo continuare a farlo, poiché gli infortuni sul lavoro sono ancora troppi e troppo gravi. Solo la piena sinergia tra imprese, istituzioni, enti di controllo e parti sociali può aumentare la consapevolezza e determinare un modello di prevenzione più efficace. La formazione e la prevenzione sono una priorità assoluta». Emanuele Prisco, Sottosegretario al Ministero dell’Interno con delega al Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile: «Questo progetto sperimentale condotto in Veneto permetterà di entrare in azienda, confrontarsi con gli imprenditori e correggere eventuali errori, con l’obiettivo di costruire insieme misure di sicurezza più alte. Ritengo che la formazione sia il primo dispositivo di soccorso e protezione individuale, e questa va costruita nelle scuole e nelle imprese». Michele Viglianisi, Vicepresidente Confindustria Veneto Est per Ambiente e Sicurezza: «Di fronte agli infortuni sul lavoro sentiamo il dovere di diffondere sempre più la cultura delle sicurezza, evidenziando il ruolo di traino delle grandi aziende del territorio, e il rispetto delle norme assieme a tutti gli stakeholder, in un gioco di squadra imprescindibile, pur nella distinzione dei rispettivi ruoli, affinché la sicurezza e il benessere della persona siano posti concretamente al centro di un processo di transizione ecologica, equa e sostenibile».

I dati 

Nel 2023 le denunce di infortunio in Italia presentate all’Inail sono state 585.356, in calo del 16,1% rispetto alle 697.773 del 2022. Questo decremento è dovuto principalmente al minor peso dei casi da Covid-19, passati da circa 111mila nel 2022 a meno di seimila. Al netto dei contagi, la riduzione degli infortuni sul lavoro “tradizionali” è molto più contenuta, di poco superiore all’1%. Il calo è molto più consistente tra le lavoratrici (-27,6%) rispetto ai lavoratori (-8,1%). L’analisi territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente al Sud (-20,6%) e nel Nord-ovest (-19,6%), seguiti da Isole (-18,6%), Centro (-15,9%) e Nord-est (-9,9%). Concentrando l’attenzione sui casi mortali denunciati, i dati provvisori del 2023 mostrano una diminuzione del 4,5% rispetto all’anno precedente, da 1.090 a 1.041.

Il Veneto

Concentrando l’attenzione sugli infortuni riconosciuti in Veneto, nel 2022 (ultimo dato disponibile) gli infortuni di lavoro riconosciuti ad esito delle denunce sono stati 51.777, dei quali 45.485 in occasione di lavoro (6.292 in itinere). Nello stesso anno, gli infortuni mortali in occasione di lavoro riconosciuti sono stati 42. Il numero complessivo degli infortuni mortali accertati sale a 79, inclusi gli infortuni da Covid e quelli in itinere. Questi infortuni sono avvenuti per il 38% in siti industriali, per il 25% nei cantieri, per il 22% in agricoltura.

Le cause degli infortuni di lavoro verificatisi in Veneto

- 33% per mancato uso Dispositivi di Protezione Individuale (soprattutto per le cadute dall’alto)

- 37% per comportamenti in violazione delle regole di sicurezza (uso di scale, rimozione protezioni)

- 30% per inadeguatezza delle misure e violazione delle norme antinfortunistiche (macchine o impianti non a norma).

Quindi il 70% degli infortuni ha come causa errati comportamenti umani che non vengono rilevati dai preposti alla sicurezza, difficoltà di coinvolgimento dei preposti nell’attività di sorveglianza sul rispetto delle regole di prevenzione.

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Confindustria, sicurezza sul lavoro: imprese e pubblica amministrazione insieme per la prevenzione

PadovaOggi è in caricamento