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Domenica, 28 Aprile 2024

Consegnati gli aiuti per chi è sotto le bombe, ma l'Ucraina non perdona chi vuole disertare la guerra

«Abbiamo fatto arrivare deambulatori, materassi nuovi, sedie a rotelle, scatoloni di disinfettante, medicinali e tanto, tanto cibo», racconta Pacifici della Fondazione Aiutiamoli a Vivere. Drammatici i racconti raccolti sul confine con la Romania

«In questo periodo il numero di persone che escono dall'Ucraina da questo confine è calato, ma non c'è una regola. Ci sono giorni in cui arriva tanta gente, altri in cui ne arriva meno. Ma noi siamo sempre pronti ad accogliere tutti», racconta una volontaria della Croce Rossa rumena, in un italiano molto fluido. Siamo a Sighetu, sulla frontiera tra Romania e Ucraina. Il confine naturale tra i due paesi è segnato dal corso del fiume Tibisco. Dall'altra parte della riva del fiume è situata la città ucraina di Solotvino. E' qui che la spedizione italiana della Fondazione Aiutiamoli a Vivere ha fatto arrivare due camion di aiuti anche in questi giorni. E' la loro sesta spedizione da quando è iniziato il conflitto. Aiuti provenienti da tutta Italia, anche dal Veneto e dalla provincia di Padova, che sono stati fatti arrivare ad ospedali ucraina che in questo momento hanno bisogno di tutto. Sono toccanti i racconti delle volontarie di diverse associazioni che hanno fatto base qui, in Romania. Come spiega Fabrizio Pacifici, presidente della Fondazione, c'è davvero bisogno di tutto. «Abbiamo fatto arrivare deambulatori, materassi nuovi, sedie a rotelle, scatoloni di disinfettante, medicinali e tanto, tanto cibo. Tutto materiale raccolto dai volontari italiani che fanno parte della nostra rete. C'è bisogno di tutto». Padre Eugenio, che qui ha organizzato un centro di raccolta e allo stesso un luogo pulito e sicuro per ospitare persone che scappano dalle bombe, spiega che più di tutto, nelle prossime settimane, ci sarà bisogno di generatori di energia, perché con l'arrivo dell'inverno, anche se da queste parti ad oggi le temperature sono più alte della media, ce ne sarà di certo bisogno nei mesi prossimi. «Stanno bombardando le centrali elettriche - spiega padre Eugenio - e questo comporta problemi grossi già adesso, figuriamoci quando arriverà il grande freddo». E' da quando è cominciata la guerra che si occupa di aiutare chi è in difficoltà dall'altra parte del fiume e chi è riuscito a scappare nonostante tutto. E sono tanti. Di lui e di quello che fa anche grazie agli aiuti che arrivano dall'Italia, avremo modo di parlare approfonditamente. Ma di questa giornata, il racconto che ci ha più colpito è proprio quello fatto dalla volontaria della Croce Rossa. Ci ha raccontato dei bambini, che arrivano qui spaventati, accompagnati da madri che non sanno quando e se potranno un giorno rivedere i loro mariti, padri di quei minori. Di tutte le storie che ci ha raccontato però, una ci ha colpito più di tutte. Riguarda un uomo, ucraino, che è stato soccorso qualche mese fa. Con altri due ha tentato di passare il fiume per raggiungere la salvezza. I tre, scelta che va rispettata e compresa, avevano deciso di non imbracciare le armi. Così hanno tentato la fuga. Due di questi non ce l'hanno fatta, l'unico superstite è stato soccorso proprio da questa volontaria e ha raccontato cose atroci: «Ci hanno provato in tre a passare il fiume ma è arrivato solo lui. Era pieno di ferite e in stato di choc. Uno dei suoi compagni di fuga è stato preso e massacrato dai militari del suo stesso pase. Ha raccontato che lo hanno picchiato a sangue e che gli mettevano la testa nell'acqua per farlo affogare. Sono cose che non si possono dimenticare». Anche questo è la guerra. 

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