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#IoSonoStufa: la protesta degli asili nido sbarca sui social

«Ligi ai dettati, noi siamo chiusi ma mettiamo in guardia sul fatto che altre strutture che potrebbero sembrare similari agli asili possano approfittare del divieto governativo per lucrare sulle necessità delle famiglie con gravi rischi per la salute delle stesse e dei piccoli»

Asili nido privati in gravi difficoltà a seguito del decreto sul contenimento del Coronavirus. E la protesta sbarca sui social.

#iosonostufa

Spiega Elisabetta Rampazzo, presidente di Assonidi Confcommercio Veneto: «Ligi ai dettati, noi siamo chiusi ma mettiamo in guardia sul fatto che altre strutture che potrebbero sembrare similari agli asili o anche singole persone che ospitano più bambini in appartamenti evidentemente non attrezzati possano approfittare del divieto governativo per lucrare sulle necessità delle famiglie con gravi rischi per la salute delle stesse e dei piccoli». In grande difficoltà visto che la loro attività si basa esclusivamente sulle rette pagate dai genitori, gli asili nido autorizzati e accreditati dalla Regione Veneto temono fortemente per la loro sopravvivenza. Tanto che, in mattinata, con l’hashtag #iosonostufa, è partita una campagna social che, lamentando tutta una serie di discriminazioni nei confronti delle strutture private, chiede che le stesse possano godere della medesima attenzione riservata ai nidi pubblici. Continua Rampazzo: «Noi siamo in difficoltà per il pagamento degli stipendi e siamo molto preoccupati in ordine a cosa potrebbe succedere se lo stop dovesse proseguire nel tempo. In quel caso credo che quasi tutte le nostre strutture sarebbero costrette a licenziare». Un’eventualità che gli asili nido dell’Assonidi Confcommercio vogliono a tutti i costi evitare ed in questo senso chiedono di essere parificati, anche sotto questo aspetto, agli asili nido pubblici. «Abbiamo appreso - conclude Rampazzo - che il Comune di Padova interverrà in favore delle famiglie per le rette degli asili pubblici. Chiediamo sia fatto altrettanto per le nostre strutture e chiediamo che questo possa essere replicato in tutti i comuni della regione». Nel frattempo, gli uffici dell’Ascom Confcommercio, dove Assonidi ha la propria segretaria organizzativa, sono al lavoro per cercare di ridurre al minimo le difficoltà, soprattutto per quanto attiene l’assenza obbligata dal lavoro dei dipendenti e per ciò che attiene alla problematiche fiscali.

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