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Aperti per decreto: una boccata d'ossigeno per garden e florovivaisti del Padovano

La provincia di Padova è leader del settore in Veneto con 445 garden e aziende florovivaistiche - 230 nel solo distretto di Saonara - e 780 ettari di superfici vocate per un totale di circa 80 milioni di euro di fatturato all’anno

445 garden e aziende florovivaistiche in provincia - 230 nel solo distretto di Saonara - e 780 ettari di superfici vocate per un totale di circa 80 milioni di euro di fatturato all’anno: col 30,7% delle imprese del comparto sulle 1.487 presenti in tutta la regione, Padova si conferma leader del settore florovivaistico veneto. E distinguendo tra i diversi aggregati produttivi, il più numeroso (e colonna portante per l'intero territorio) si conferma quello relativo al vivaismo ornamentale, che impegna l’88,5% delle imprese.

Ordinanza

Ecco perché la nuova ordinanza firmata dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, rappresenta una chiave di volta: il provvedimento, infatti, non esplicita che florovivaisti e garden debbano tenere chiuse le attività. Osserva Maurizio Antonini, direttore di Cia Padova: «Nell’attuale contesto fa fede il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, emanato lo scorso 10 aprile. Di fatto, il Dpcm in questione autorizza garden e vivai a riaprire. Vanno comunque garantiti il distanziamento di sicurezza e l'utilizzo da parte degli operatori e dei clienti dei dispositivi di protezione quali mascherine e guanti. O, in alternativa, di gel disinfettante. Si tratta di una prima boccata d’ossigeno per il comparto, già provato dalla chiusura e dalle perdite avute sia per la mancata vendita che per il deperimento di piante e fiori». Fino a sabato scorso gli operatori hanno tamponato come hanno potuto, in particolare con le consegne a domicilio. Un modo, questo, per continuare la fidelizzazione dei clienti ma che, a conti fatti, non ha nemmeno portato il bilancio in pareggio. Perché, come testimoniano alcuni imprenditori, occorreva dedicare una persona che raccogliesse costantemente gli ordini al telefono.

Testimonianze

Vito Cacco è titolare dell’azienda Vivai Cacco di Saonara, impresa che lavora all’ingrosso fornendo piante da frutto e ornamentali a garden italiani e esteri: «Purtroppo non si contano gli ordini disdetti, soprattutto dall’Alto Adige e dai laghi di Garda, d’Iseo, Como e Maggiore. Questo, fino all’anno scorso, era il periodo buono per i fiori da balcone con i quali venivano abbelliti terrazzi e terrazzini delle strutture ricettive. Oggi, però, queste ultime sono chiuse. Stiamo lavorando a regime ridottissimo, un quarto rispetto alla primavera del 2019. Chiediamo maggiore chiarezza alle Istituzioni. Necessario, inoltre, redigere un piano di ampio respiro per far ripartire il comparto. L’obiettivo è tentare di salvare la stagione estiva, per quanto possibile». Aggiunge Mauro Borella, titolare di Vivai&Garden Borella di Cadoneghe: «Oggi, finalmente, è stata una giornata felice in termini professionali. Abbiamo ripreso a battere un buon numero di scontrini. Qui si entra, naturalmente, solo coi dispositivi di protezione. Nell’ultimo mese ci siamo arrangiati come abbiamo potuto, soprattutto grazie agli ordini che sono giunti via telefono, Facebook, Whatsapp e pure Instagram. Abbiamo dovuto reinventarci. Questa emergenza sanitaria ci ha insegnato che siamo tutti chiamati a tentare di battere nuove strade per rimanere, competitivi, sul mercato. Anche noi a marzo abbiamo lavorato ad un quarto delle nostre potenzialità. Ci auguriamo in una seppur lenta, ma costante, ripresa».

Fioristi e mercati rionali

Per quanto riguarda i mercati rionali, infine, è ammessa la sola vendita di piante aromatiche. I semplici fioristi, invece, non sono ancora autorizzati ad alzare le serrande.

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