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Gli studenti del Leon Battista Alberti a lezione alle Cucine economiche popolari

«La collaborazione tra il nostro Istituto e le Cucine popolari – sottolinea Giacomo Magro, docente di filosofia e storia dell’Alberti che coordina il progetto per la scuola – risponde pienamente al percorso formativo richiesto per “educazione civica”»

Le Cucine economiche popolari (Cep) proseguono la collaborazione con le realtà del territorio: dalle istituzioni alle associazioni, al mondo del volontariato, all’università e ora alle scuole con il Pcto – Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento (evoluzione di quello che fino a qualche anno fa si chiamava alternanza scuola-lavoro), realizzato con l’istituto di istruzione superiore Leon Battista Alberti di Abano Terme.

Il progetto

Un progetto articolato che vede l’adesione di 44 studenti delle classi terza e quarta del liceo scientifico, del liceo delle scienze applicate e dei corsi “Relazioni internazionali marketing” e “Costruzioni Ambiente territorio”. Gli studenti vivranno un’esperienza di formazione e di “pratica” proprio alle Cucine economiche popolari. Il progetto si sviluppa in due fasi. La prima parte – formativa – si articolerà in cinque incontri tra fine maggio e i primi di giugno (on line e in presenza) e sarà propedeutica alla seconda fase che vedrà l’esperienza diretta e pratica degli studenti (in gruppi di sei/sette nei mesi di giugno e luglio 2021), all’interno delle Cucine economiche popolari. «Un aspetto fondamentale della mission delle Cucine economiche popolari – sottolinea la direttrice suor Albina Zandonà – è la collaborazione con scuole, centri, università, enti territoriali per la costruzione di progetti educativi, tirocini, stage, percorsi di alternanza scuola-lavoro qualificati, finalizzati a promuovere una visione del mondo solidale, inclusiva, sostenibile, basata sulla giustizia sociale, sul rispetto dei diritti umani e della cultura del dono. Il PCTO con l’Istituto superiore Alberti, che fa da apripista ad altre esperienze con altre scuole, s’inserisce su questa linea, proponendo percorsi di cittadinanza attiva con l’intento di superare una visione individualistica ed egocentrica della vita e di promuovere visioni e stili di vita imperniati su accoglienza, inclusione, solidarietà, sostenibilità, giustizia sociale. Ci auguriamo che quest’esperienza per i ragazzi possa essere arricchente sul piano culturale e formativo, ma anche umano». 

L'educazione civica

Obiettivo del progetto è di sviluppare competenze trasversali e multidisciplinari nella aree umanistiche, sociali e di cittadinanza, collocando l’esperienza personale in un sistema di regole fondate sul reciproco riconoscimento dei diritti e dei doveri garantiti dalla Costituzione e dalla normativa a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente, con l’opportunità di partecipare attivamente alla vita sociale sia a difesa dell’identità personale che nella comprensione dei valori dell’inclusione e dell’integrazione. «La collaborazione tra il nostro Istituto e le Cucine popolari – sottolinea Giacomo Magro, docente di filosofia e storia dell’Alberti che coordina il progetto per la scuola – risponde pienamente al percorso formativo richiesto per “educazione civica”. Si tratta di una “nuova” disciplina che tutte le scuole devono insegnare per maturare competenze di cittadinanza attiva. L’esperienza che vivranno i nostri ragazzi offrirà una concreta formazione per divenire “cives”, uomini e donne capaci di instaurare rapporti significativi e positivi con l’altro. Abbiamo proposto il progetto agli studenti e alle famiglie, avevamo il timore che la richiesta di aprirsi all’altro fosse bloccata dalla paura di interagire con persone sconosciute, tanto più in un contesto aggravato dalla pandemia. Con meraviglia, invece, decine di studenti e famiglie non solo si sono voluti informare, ma hanno aderito con entusiasmo al percorso. Anche se si tratta di un progetto strutturato in cui lo studente è accompagnato dagli adulti, rappresenta comunque la volontà di “piantare la tenda” in una terra a lui estranea, sapendo di essere accolto come hospis, mai come hostis». 

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