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Martedì, 16 Aprile 2024
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Università, Donazzan: «Bene gli atenei veneti e quello Padovano su aiuti agli studenti»

L’assessore regionale all’istruzione, formazione e università Elena plaude agli interventi messi in campo dall’ateneo di Padova a favore degli studenti per oltre 13 milioni di euro

«Plaudo e ringrazio l’università di Padova per la scelta di investire una somma così rilevante in contributi agli studenti, che aiuteranno le loro famiglie a fronteggiare le tante spese richieste dal percorso di formazione universitaria. La complessità degli interventi e la dote finanziaria messa in campo per il diritto allo studio, pari a quella che il Bò destina alla ricerca, dà il segno di intelligenza politica e di lungimiranza». Così l’assessore regionale all’istruzione, formazione e università Elena Donazzan plaude agli interventi messi in campo dall’ateneo di Padova a favore degli studenti per oltre 13 milioni di euro.

Implementare le borse di studio

«L’iniziativa dell’università patavina, che va di concerto ad iniziative di analogo tenore assunte o in via di definizione da Cà Foscari, Iuav e dall’ateneo di Verona volte ad aumentare la fascia di esenzione dalle tasse universitarie e ad implementare borse di studio e forme di sostegno anche per la didattica a distanza – sottolinea l’assessore – danno il segno della comune volontà delle istituzioni universitarie di prevenire e contrastare il rischio di abbandoni o di calo di immatricolazioni, fenomeni tipici dei periodi di crisi. In questa fase di estrema criticità per le famiglie, gli studenti e l’intero sistema socio-economico regionale e nazionale – conclude Donazzan – Università e Regione Veneto, ciascuna per il proprio ambito di competenze e in base alle proprie risorse, stanno mettendo a fattor comune disponibilità economiche e gli aiuti attesi dal Dl Rilancio: aumentare il numero di borse di studio e prevedere un ampio ventaglio di interventi per favorire e incentivare  l’accesso ai corsi universitari significa investire in  modo concreto sulla qualificazione dei nostri giovani, consapevoli non solo che studiare ‘rende’, cioè garantisce occupazione, ma soprattutto che il sapere e le competenze sono la vera ricchezza delle nostre comunità e garanzia di sviluppo per un futuro che sarà tutto da inventare. L’unico modo per riprendere quota è investire sulle intelligenze».

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