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Cinghiali sui Colli Euganei, l'emergenza continua nonostante i mille esemplari abbattuti nel 2018

A lanciare il nuovo grido di allarme è Coldiretti Padova: «Fenomeno devastante per l'agricoltura, servono più uomini e più mezzi». In corso uno studio con l'Università sull’impatto dei cinghiali sul territorio collinare

L'emergenza cinghiali sui Colli Euganei continua. E per gli agricoltori c'è una sola soluzione: la drastica riduzione degli ungulati, che nonostante gli abbattimenti degli ultimi mesi (circa un migliaio lo scorso anno) continuano a provocare danni ingenti alle coltivazioni e rappresentano anche un pericolo per la sicurezza.

Più uomini e più mezzi

Urgono quindi più uomini e mezzi per procedere con il piano di controllo, insieme all’autorizzazione alle altane e ai chiusini nei fondi agricoli: queste le richieste di Coldiretti Padova, ribadite anche in occasione degli incontri tecnici nella sede del Parco Colli a Este. Afferma il presidente Massimo Bressan: «L’incidente mortale dei giorni scorsi in Lombardia porta in primo piano la questione sicurezza, e per quanto riguarda i Colli Euganei l’obiettivo è potenziare l’azione di contrasto con tutti i mezzi disponibili, ampliando anche il numero di selecontrollori e coinvolgendo gli agenti della polizia provinciale, ora sotto il controllo della Regione. L’impegno va orientato anzitutto sul contrasto di un fenomeno devastante per la nostra agricoltura ma anche per l’ambiente e per la sicurezza e l’incolumità pubblica. Abbiamo anche chiesto che vengano autorizzati nuovi chiusini e nuove poste di abbattimento (altane), direttamente nei fondi delle aziende agricole che ne facciano richiesta. Ricordo inoltre l’esempio da seguire della legge approvata dalla Regione Lombardia con l’introduzione dei norme di autodifesa del proprio fondo, con tutte le precauzioni e le cautele del caso. È un aspetto da approfondire anche per la nostra zona». C’è attesa anche per la nuova governance del Parco Colli: «Auspichiamo finalmente di avere un referente istituzionale certo, di un “regista” in grado di seguire passo patto tutte le fasi operative in modo da ottenere finalmente il risultato che tutti attendono da anni per ridurre l’impatto devastante dei cinghiali sui vigneti e sulla vendemmia ormai ai blocchi di partenza».

Studio con l'Università di Padova

Nel frattempo Coldiretti Padova ha promosso in collaborazione con l’Università uno studio sull’impatto dei cinghiali sul territorio collinare. Dopo le rilevazioni nelle aziende ora i ricercatori stanno elaborando la mole di dati raccolti che confermano come la presenza massiccia dei cinghiali stia mutando il territorio. «Verrà messa a punto una mappa dettagliata dell'erosione del suolo - continua Bressan - che potrà essere di utilità nella pianificazione di interventi per la manutenzione del territorio. Pensiamo ai danni provocati dai cinghiali in prossimità delle strade dell’area collinare. Sapere con precisione che a tot metri da quella determinata strada potrebbe attivarsi, durante precipitazioni intense, un fenomeno di dissesto (come una frana) a seguito di una buca scavata da cinghiale, faciliterebbe interventi di sistemazione mirati ed efficaci. Il sistema di rilievo sperimentato è a basso costo e particolarmente efficace per lo studio del fenomeno e la sua prevenzione».

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