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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Monselice

No al cibo sintetico, prosegue alla Fiera la raccolta firme di Coldiretti Padova

Prosegue la petizione dei giovani agricoltori contro la “carne Frankenstein”: «Vogliamo proteggere i nostri allevamenti e i prodotti di qualità, sani e genuini»

Fa tappa a Monselice, su iniziativa di Coldiretti Giovani Impresa, la campagna per dire no al cibo sintetico e alla carne in provetta e sì ad una sana alimentazione promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition. Domani mattina, martedì 1 novembre, e mercoledì 2, i giovani agricoltori di Coldiretti Padova raccoglieranno le firme nello stand allestito alla Fiera dei Santi.

Raccolta firme

«È il nuovo appuntamento di una iniziativa che si sta estendendo a tutta la provincia - spiega Matteo Rango di Coldiretti Giovani Impresa Padova - a partire dai mercati di Campagna Amica Padova a tutti gli altri eventi a cui sarà presente Coldiretti. In questi giorni hanno già sottoscritto la petizione, insieme ai cittadini, anche numerose autorità: deputati, senatori, europarlamentari, consiglieri regionali e provinciali, sindaci, amministratori. La Fiera dei Santi di Monselice è da sempre un appuntamento al quale Coldiretti non può mancare e quest’anno vogliamo denunciare questa minaccia per le nostre produzioni di qualità. Le multinazionali del cibo sintetico, quello in provetta, stanno cercando di imporre al mercato la carne prodotta in laboratorio, il latte “senza mucche” fino ad arrivare al pesce senza mari, laghi e fiumi. Un cibo sintetico che potrebbe presto inondare il mercato europeo poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio. Per questo è importante l’impegno di tutti, nessuno escluso. È necessario sensibilizzare i cittadini sui rischi che potrebbero esserci, valorizzando quello che è il nostro pane quotidiano: il cibo naturale».

Dati

Questa preoccupante avanzata della carne in provetta mette a rischio anche la zootecnia locale, che nella nostra provincia vale quasi 260 milioni di euro nel complesso, tra bovini da carne, suini, carne avicola e conigli, con circa 4.000 allevamenti attivi. I capi bovini nelle stalle padovane sono quasi 100 mila, distribuiti in oltre 2.200 allevamenti, in maggioranza di medie dimensioni. I suini invece sono circa 105 mila e gli allevamenti 1820. Nel 2021 il fatturato per la carne bovina si è stabilizzato dopo il calo dell’anno precedente. Il settore lattiero caseario conta circa 500 aziende con un fatturato di poco meno di 90 milioni di euro, circa 40 mila vacche da latte, e una produzione di 2 milioni 140 mila quintali di latte l’anno, un quinto del totale veneto, destinato per lo più alla produzione di formaggi Dop e di latticini. Sul fronte della carne suina Padova è la terza provincia, dopo Verona e Treviso, per produzione con 23 mila tonnellate e un fatturato di oltre 33 milioni di euro. Già in questi mesi gli allevamenti stanno affrontando le pesantissime conseguenze del caro energia e dell’aumento dei prezzi delle materie prime, ora si trovano anche a combattere con la minaccia del cibo sintetico. 

Coldiretti Padova

«La demonizzazione di bistecche, braciole, prosciutti, salami, formaggi - prosegue Coldiretti Padova - che hanno dietro milioni di lavoratori europei, coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Si tratta infatti di una profonda contraddizione che colpisce le tipicità tradizionali, che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato e che rischiano invece di essere condannate all’estinzione mentre la ‘carne Frankenstein’ ottenuta in laboratorio da cellule in vitro è oggetto di forti investimenti. Dietro il business della carne in provetta si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale e a minare le basi della dieta mediterranea e di una sana alimentazione che l’Unione Europea a parole difende».​

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