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Diffamazioni e accuse alla sorella di Giulia, papà Gino: «Adesso basta, querelo tutti»

Filippo Turetta ha avuto la libertà di ucciderla, ora lui non vuole lasciare la stessa autonomia a chi si sta scagliando contro di lui e la sua famiglia

Anche quando ti colpisce la sofferenza probabilmente peggiore che si possa provare nella vita, quella di perdere un figlio, il rischio di trovare qualcuno che la metta in discussione è sempre alto. Che poi anche la battaglia pura, che un genitore sceglie di combattere in nome del sangue del proprio sangue, venga infangata da “rutti” da tastiera (e non solo), diventa troppo da sopportare anche per un uomo come Gino Cecchettin, che di coraggio ne ha già dimostrato abbastanza. Purtroppo a Filippo Turetta è stata lasciata la libertà di ucciderle la figlia Giulia, ma adesso, anche per lei, il padre ha scelto di querelare chiunque scriva o pronunci parole diffamatorie e denigratorie nei suoi confronti e verso la sua famiglia. Lo ha fatto sapere attraverso una nota del suo legale Stefano Tigani. Limite superato e porgere l'altra guancia non è più un'opzione.

Il legale Tigani

«Troverà pronta reazione a termini di legge - si legge -. È spaventoso dover vedere simili azioni in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che la famiglia sta vivendo. È doveroso assumere ogni iniziativa conseguente. Abbiamo presentato due denunce contro più individui, alcuni dei quali da identificare perché nascosti dietro profili social. Innumerevoli attacchi vanno avanti da settimane, adesso basta. È vero che di pazzi è pieno il mondo, ma questi leoni da tastiera vanno fermati. Abbiamo ricevuto davvero tante segnalazioni di post diffamatori, uno dietro l’altro, in una sorta di totale delirio. Io stesso ne ho visti tantissimi: uno diceva perfino che Gino, essendo ingegnere, avrebbe calcolato ogni reazione al dramma per promuovere la sua azienda. È ora che questa gente si assuma le proprie responsabilità». In rete gira di tutto. Perfino un video in cui una donna annuncia una diretta con chi si è occupato di ricomporre il cadavere di Giulia: «E' una bufala, ma chi l’ha postato si assumerà le proprie responsabilità - spiega Tigani - .Stiamo valutando tutte queste uscite, abbiamo tre mesi di tempo per agire penalmente e siamo pronti a presentare anche cento denunce se necessario. È una questione di immagine e onorabilità».

Risarcimento danni

Non è esclusa l'eventuale richiesta di risarcimento danni: «Siccome queste persone le puoi colpire solo nel portafoglio, valuteremo se chiedere un risarcimento – conferma Tigani - .Dopodiché sappiamo bene che tutto ciò è opera di una parte infinitesimale degli italiani, perché il resto ha espresso una vicinanza alla famiglia che ci ha colpiti». E sulla sorella di Giulia, Elena Cecchettin, pesano invece le parole di un consigliere regionale ex Lega, Stefano Valdegamberi, che ha addirittura tirato in ballo i riti satanici. Ha chiesto alla Magistratura di far luce su Elena, evidenziando più volte il fatto che l'attenzione attorno a questo femminicidio sia stata troppa ed escludendo il patriarcato tra i moventi. Non è escluso che i Cechettin portino in tribunale anche lui, che non si è fermato neanche nel giorno dei funerali della 22enne.

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