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Inceneritore, il comitato del "no" alla quarta linea attacca Legambiente: «Silenzio assordante»

I militanti se la prendono con chi dovrebbe stargli accanto nella battaglia, senza risparmiare critiche all'assessore regionale Bottacin e a quello comunale Ragona, ex presidente della Onlus

«A Legambiente di Padova e del Veneto vogliamo dire che va bene premiare i Comuni ricicloni, meno bene esaltare il Piano Regionale Veneto di Gestione dei rifiuti 2020-2030 che aumenta la capacità delle discariche e degli inceneritori. A Roma, ad Acerra ed in altre parti d’Italia Legambiente è fermamente contraria ad installazione e/o potenziamento di inceneritori – al punto da presentare ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato – mentre a Padova sul potenziamento dell’inceneritore con la Quarta linea mantiene un silenzio assordante». Il comitato contro la quarta linea dell'inceneritore attacca quelli che potevano essere i loro alleati, senza risparmiare poi le frecciate alla politica.

Contro la Regione

«All’Assessore regionale all’ambiente Bottacin ricordiamo che il piano prevede per il 2025 una verifica sulla necessità di nuovi volumi di discarica perché si prevede che nel 2030 saranno tutte piene. Non si può sostenere che il piano arriverà a discariche zero nel 2030, e non dire che Il 10 aprile 2020 è stato deliberato un ampiamento della capacità residua della discarica di S. Urbano da 1.355.000 tonnellate a 2.992.000, così come non si può tacere sull’ampliamento degli inceneritori la cui capacità passa tra il 2025 e il 2026 da 282 mila tonnellate a 381 mila (4a linea di Padova e impianto nuovo di Fusina). Treviso e Belluno non sono solo esempi che servono per autocelebrarsi come “regione virtuosa”. In questi territori già dal 2021 sono arrivati a ridurre la produzione di rifiuti urbani a kg. 377 per abitante anno, una raccolta differenziata all’88% e un rifiuto secco di 45 kg. a persona annuo, ma il piano regionale non prevede di estendere questi risultati a tutto il territorio regionale entro il 2030, anzi prefigura addirittura un aumento della produzione di rifiuti procapite a 506 kg/ anno e blocca la raccolta differenziata all’84% e il rifiuto secco a 80 kg a persona annuo».

Gli esempi di Treviso e Belluno

«Se non si fa come Treviso e Belluno, le discariche nel 2030 saranno chiuse perché sature e si sarà costretti ad aprirne altre o ad autorizzare l’ampliamento delle esistenti, come già fatto nel 2020 a S. Urbano.  Inoltre non si tiene conto del fatto che anche gli inceneritori – sui quali la regione punta tutto – producono rifiuti, pari al 25% circa dell’incenerito, scarti che inevitabilmente vanno a finire in discarica. A Padova l’aumento di rifiuti inceneriti di 60 mila tonnellate annue porterà ad un incremento delle emissioni di polveri, ossidi di azoto e di zolfo, ammoniaca, metalli, diossine, PFAS, ecc. e aumenteranno le emissioni di CO2 in atmosfera dalle attuali 186.000 t/anno di CO2 a 260.000 t/anno (dati del gestore Hera). Con buona pace della neutralità climatica da raggiungere entro il 2030!! L’ambiente ed il clima e quindi la nostra salute ne pagheranno le conseguenze».

La soluzione

La soluzione è diminuire la produzione dei rifiuti, riciclarli e riusarli recuperando materia applicando l’economia circolare. Inceneritori e discariche devono diventare una forma residua e minimale nella gestione dei rifiuti. All’Assessore comunale all’ambiente Ragona ricordiamo che la raccolta differenziata a Padova non è a un livello ottimo per essere passata dal 61 al 64% (Parma cittadina simile a Padova, nel 2020 era già arrivata all’83%). Nelle città dove chi raccoglie i rifiuti è la medesima azienda che li incenerisce, la raccolta differenziata resta al palo, per evidenti conflitti di interesse. Non ci sono esperimenti da fare sulla tariffa puntuale, applicata già da anni di gestione responsabile nel Consiglio di Bacino Priula e in tanti altri territori, ma c’è da estendere il porta a porta a tutta la città ed applicare a tutti la tariffazione puntuale. Solo così la Tari a Padova diminuirà, come in tutti i comuni virtuosi. Per diminuire la tari per i nuclei disagiati, l’Assessore all’ambiente di Padova può usare anche gli 8,20 euro che Hestambiente versa al Comune su ogni tonnellata bruciata. Entro il 2030 facciamo diventare Padova comune virtuoso e con solo la 3° linea dell’inceneritore in funzione».

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