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Giovedì, 25 Aprile 2024
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17mila padovani a letto, ma 180mila vaccini distribuiti: i dati dell'Ulss 6 Euganea sull'influenza

Sono state 180mila le dosi di vaccino (cifra record) messe quest’anno a disposizione gratuitamente delle categorie a rischio, 10mila in più rispetto al 2018

“Il miglior attacco è la difesa!”: questo lo slogan della campagna contro l’influenza stagionale promossa dall’Ulss 6 Euganea con il suo Dipartimento di Prevenzione, campagna che ha dato ottimo esito. Perché la prevenzione ha registrato il suo record: sono state infatti 180mila le dosi di vaccino (cifra record) messe quest’anno a disposizione gratuitamente delle categorie a rischio, 10mila in più rispetto al 2018.

I vaccini

I vaccini sono stati somministrati a partire da lunedì 11 novembre presso le sedi Ulss, i distretti socio-sanitari, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che hanno aderito all’iniziativa. Nello specifico le dosi sono state somministrate negli ambulatori di 596 medici di medicina generale, 67 pediatri di famiglia, in 20 sedi distrettuali e in tutte le Case di Riposo. Testimonial d’eccezione della campagna antinfluenzale di quest’anno dell’Ulss 6 Euganea, sono stati i calciatori del Cittadella Calcio e i rugbysti del Petrarca Rugby.

I dati

A monitorare la diffusione del virus influenzale sono, a livello di Ulss Euganea, 13 medici sentinella (10 medici di famiglia e 3 pediatri di libera scelta). I dati finora rilevati sono in linea con quelli regionali con una incidenza complessiva di 2.75 casi per 1.000 residenti; l’età maggiormente interessata è quella dei bambini di 0-4 anni con una incidenza di 4.93 casi per 1.000 residenti. Si stima che nella settimana dal 30 dicembre al 5 gennaio siano state interessate dall’influenza nella Ulss Euganea circa 2.500 persone, dall’esordio della diffusione del virus a novembre circa 17.000. Tra Padova e provincia non si sono ancora verificati ricoveri per forme gravi di influenza; invece si sono registrati 5 accessi ai poli di Pronto Soccorso (centrale e pediatrico) dell’Azienda ospedaliera. Lo scorso anno la copertura vaccinale degli anziani di età superiore a 65 anni è stata del 56.0% rispetto alla media regionale del 55.6%: ricordiamo che le sedi della Ulss 6 sono ancora a disponibili per iniettare le dosi. Sempre lo scorso anno presso gli Ospedali della Ulss 6 e dell'Azienda Ospedaliera di Padova sono state ricoverate 358 persone, di cui 40 casi gravi per polmonite o insufficienza respiratoria, con 11 decessi.

I commenti

Domenico Scibetta, direttore generale dell'Ulss 6 Euganea, sottolinea: «Lavoriamo per diffondere la cultura della prevenzione e andiamo orgogliosi di questi 180mila padovani “in difesa” contro l’attacco dell’influenza. Il vaccino rimane lo strumento più sicuro, economico e di facile somministrazione per difendere da complicanze soprattutto le categorie più esposte al virus, ovvero ultra65enni, malati cronici, disabili, anziani istituzionalizzati, badanti, familiari di persone immunodepresse, donne in gravidanza. Vaccinare i soggetti più fragili significa rafforzare la cosiddetta "immunità di gregge", con un beneficio dunque collettivo, anche di coloro che, sofferenti per varie patologie, non possono essere sottoposti a vaccinazione. Visto che il picco epidemico è atteso tra una ventina di giorni chi lo desidera è ancora in tempo per sottoporsi a vaccino». La dottoressa Lorena Gottardello del Dipartimento di Prevenzione aggiunge: «I dati che sono stati raccolti dimostrano che non si è ancora in presenza della epidemia di influenzale, anche se nell’ultima settimana sono aumentati i casi rispetto a quella precedente. In base all’andamento delle curve epidemiche degli scorsi anni, si prevede che il picco si verifichi tra fine gennaio e i primi di febbraio. I ritardatari possono ancora ricorrere alla vaccinazione antinfluenzale che però deve essere fatta al più presto perché il vaccino impiega circa 10-15 giorni per essere efficace». Conclude il direttore sanitario dell’Ulss 6 Euganea, Patrizia Benini: «Vaccinare contro l’influenza se stessi e i propri cari è un atto di responsabilità perché prevenire – commenta – è la migliore risposta in termini di efficienza organizzativa ed efficacia sanitaria alla diffusione del virus stagionale che, contrariamente a quanto si possa pensare, non va preso sottogamba. Le complicanze dell’influenza nelle categorie più fragili possono infatti essere molto gravi oltre che richiedere ospedalizzazione, con importanti costi sociali per il singolo, e sanitari per la collettività».

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