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Inquinamento, la replica della cementeria di Monselice: "Mai uno sforamento nel 2018"

I proprietari della cementeria rispondono alle accuse mosse negli ultimi giorni: "I comitati prendono a riferimento dati del 2013, ma studi più recenti forniscono indicazioni contrarie. Invocare la chiusura è quanto mai fuori luogo"

Riceviamo e pubblichiamo da Buzzi Unicem:

"Appena pubblicati gli studi di Arpav sulla qualità dell’aria e sulle fonti emissive provinciali e comunali, ancora una volta, letture parziali e strumentali intendono addebitare alla Cementeria l’eventuale inquinamento dell’aria a Monselice. Questa volta vengono presi in questione i macroinquinanti monitorati ai fini della qualità dell’aria e, in particolare, gli ossidi di azoto (NOx), e non già i microinquinanti (es. diossine, PCB) di cui si è parlato spesso, a sproposito, negli ultimi mesi. A tal proposito, vale la pena di ricordare che gli NOx emessi dallo Stabilimento, in quantitativi noti e pubblicati quotidianamente online, sono prevalentemente NO (monossido d’azoto). Ciò detto, secondo i dati Arpav, che i soliti esponenti dei comitati “ambientalisti” omettono di menzionare, l’indice di qualità dell’aria a Monselice è praticamente sempre accettabile/mediocre e persino buono, in perfetta linea, se non migliore, rispetto ai Comuni limitrofi. Basti rilevare che non si sono quasi mai registrati valori scadenti o pessimi, molto comuni in ampie zone della pianura padana. E’ sufficiente inoltre visionare le Relazioni sulla Qualità dell’aria del Comune di Monselice del 2018 e quella di inizio 2019, per riscontrare che: nel 2018 non vi è stato neppure uno sforamento di NO2; nel 2019, con il forno dello stabilimento in marcia, le concentrazioni in atmosfera di NO2 sono leggermente inferiori a quelle di Este e soprattutto ampiamente inferiori a quelle rilevate a Mandria, quest’ultima non influenzata dalle ricadute dello stabilimento; gli NO2 si mostrano superiori a gennaio 2019, quando la linea produttiva era ferma, anziché a marzo, con la Cementeria in funzione. Inoltre, si nota un chiaro andamento su base oraria, soprattutto in corrispondenza del rientro serale dalle ore 17 in poi, del tutto incompatibile con il funzionamento di un impianto a ciclo continuo. Se aggiungiamo che i comitati hanno posto l’attenzione solo sui valori degli ossidi di azoto, mentre Arpav osserva che “l’analisi specifica degli inquinanti monitorati a Monselice nel 2018 individua come critici il particolato PM10 nel periodo invernale, specie in termini di superamenti della soglia limite giornaliera, e l’ozono nella stagione estiva” e che “I risultati sono comunque in linea con quanto si registra normalmente a livello regionale e di bacino padano”, è evidente come l’estrapolazione del dato dal contesto generale degli studi effettuati sia un mero tentativo di manipolazione dell’opinione pubblica. Invocare la chiusura della Cementeria è dunque quanto mai fuori luogo. In questo senso, si riscontri anche che i comitati hanno ripreso solo i grafici dell’inventario Inemar Veneto 2015, elaborati su dati del 2013, che rappresentano una situazione ormai ampiamente superata, in cui erano attive più cementerie con valori limite di emissione per gli NOx ben superiori a quelli odierni. In conclusione, non basta citare qualche sorgente puntuale e, soprattutto, non si può prescindere dallo studiare nel dettaglio i modelli dispersivi e stimare anche le fonti diffuse, secondo le più recenti e affidabili elaborazioni modellistiche. La Cementeria di Monselice resta aperta a chiunque, senza preconcetti, voglia approfondire di persona il processo produttivo del cemento e i suoi impatti. Vi invitiamo a venirci a trovare scrivendo a visitamonselice@buzziunicem.it o telefonando al 0429 785720".

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