Intervista ad Andrea Vianello: «Pallalpiede esempio di come il calcio può diventare azione di recupero»
Venerdì 1 febbraio nella trasmissione di Rai 3, "Rabona", condotta dal popolare giornalista, un collegamento in diretta con il carcere Due Palazzi
«Pallalpiede squadra più corretta del campionato di terza categoria per il quinto anno consecutivo, rovescia un paradigma e smonta tutta una serie di facili luoghi comuni. Di carcere e calcio si è già molto volte raccontato e interpretato, ma la particolarità di questa squadra, iscritta alla Figc e che gioca un campionato regolare è l’esempio di come lo sport, il calcio in particolare nello specifico, può diventare azione di recupero. Racconteremo la vita di questa squadra e che cosa vuol dire giocare in questo campo circondato da mure di cinta invalicabili». Spiega così il popolare conduttore e giornalista, Andrea Vianello, la scelta di raccontare di Pallalpiede, la squadra dei detenuti del Due Palazzi all’interno del suo programma settimanale, Rabona. Un programma che attraverso storie di pallone, di calcio affronta e approfondisce temi di attualità. Lo raggiungiamo al telefono quando mancano pochi minuti all'inizio delle prove della trasmissione e nonostante la fretta si dimostra molto disponibile.
Andrea Vianello
Andrea Vianello è quello che si dice un predestinato. Classe 1961, nato a Roma, è nipote di Alberto ed Edoardo Vianello, rispettivamente poeta e cantante. Nel 1993 si aggiudica l’Oscar per il giornalismo, quattro anni dopo gli viene attribuito il Premio Saint-Vincent. Nel 1999 esordisce in tv, su Raidue, e dal 2004 conduce la popolare trasmissione “Mi manda Raitre”. Dal 2012 al 2016 è direttore a Raitre, dal luglio 2017 vicedirettore di Raiuno.
Rabona
“Rabona - il colpo a sopresa” è il suo nuovo programma che prende il nome dall’insolito e geniale colpo che solo pochi e grandissimi e giocatori sanno fare, un colpo effettuato incrociando la gamba con cui si calcia dietro il piede d’appoggio. Va in onda in seconda serata, ogni venerdì, su Rai 3.
Due Palazzi
E nella puntata del 1 febbraio, come anticipato, ci sarà un collegamento esterno con il carcere Due Palazzi di Padova, una occasione per far conoscere al pubblico la storia della Polisportiva Pallalpiede. Ospiti, oltre al direttore del carcere, Claudio Mazzeo, i detenuti che formano la rosa della squadra e coloro che hanno reso possibile, con l’impegno pressoché quotidiano, dal 2014, questo ambizioso e difficile progetto: l presidente di Pallalpiede, Lara Mottarlini, il presidente onorario Paolo Mario Piva, il mister Fernando Badon e il dirigente Andrea Zangirolami.
Bellezza
«Ricordare che al di là della grande macchina dello spettacolo, nel racconto del calcio ci sono le nostre vite, mi sembra davvero affascinante: di chi gioca, chi guarda, di chi lo discute e perfino di chi non lo ama. Perché il calcio è dappertutto. L’Italia è fatta di paesi dove è sempre riconoscibile un campanile e il campo di pallone. Che spesso sono addirittura vicini. Certo, le cose oggi sono cambiate ma il calcio non è solo business miliardario». Rabona è alla seconda stagione, come è venuta l'idea di una trasmissione di questo tipo? I palinsesti sono pieni di programmi in cui si parla di pallone, ma con toni decisamente diversi: «Il piccolo contributo - conclude Andrea Vianello - che da un programma del servizio pubblico è anche quello di educare alla bellezza, svelando il vero fascino di questo sport e contribuire a formare una cultura sportiva. E poi, il calcio, è ricco di così tante storie che non si svolgono solo di un campo da gioco».