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Impianti fotovoltaici sui terreni, Cia Padova scrive a Giordani: «No alle installazioni selvagge»

«Sarebbe un errore - chiarisce il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato - utilizzare terreni agricoli coltivati o coltivabili. E non possiamo nemmeno permetterci di andare a compromettere il nostro paesaggio, unico nel suo genere a livello nazionale e che, soprattutto negli ultimi anni, ha conquistato decine di migliaia di turisti, italiani e stranieri»

Una mappatura di tutti i terreni della provincia improduttivi, marginali, lontani da aree agricole di pregio o da siti di patrimonio storico, artistico e culturale, dove eventualmente installare i pannelli fotovoltaici a terra, come previsto dalla relativa legge regionale 17 del 2022: Cia Padova ha inoltrato un vademecum, costituito da sette specifici punti, al presidente della Provincia, Sergio Giordani.

Vademecum

«Sarebbe un errore - chiarisce il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato - utilizzare terreni agricoli coltivati o coltivabili. E non possiamo nemmeno permetterci di andare a compromettere il nostro paesaggio, unico nel suo genere a livello nazionale e che, soprattutto negli ultimi anni, ha conquistato decine di migliaia di turisti, italiani e stranieri». Fra le altre proposte avanzate al presidente Giordani, tramite una lettera inviata nei giorni scorsi, «gli impianti a terra devono venire collocati a centinaia di metri di distanza gli uni dagli altri, in modo da non creare un ancor maggiore impatto ambientale. Non solo: il reddito derivante dall’attività agricola sia prevalente rispetto a quello ottenuto dalla produzione e dalla vendita di energia da fonti rinnovabili, perché il lavoro agricolo non può diventare marginale, né è possibile lasciare spazi a speculazioni su degli appezzamenti che, di fatto, sono agricoli». Stando allo stesso vademecum di Cia, «vanno attuate opportune misure compensative; ad esempio, la piantumazione di alberature e la messa a dimora di schermature verdi». E per dare una risposta concreta all’enorme criticità della siccità, che nel Padovano non si è risolto con le ultime piogge, Cia propone la realizzazione obbligatoria di vasche di laminazione in grado di raccogliere l’acqua piovana e dei fossi. La risorsa idrica, poi, verrà rilasciata all’occorrenza. Al termine dell’attività dell’impianto fotovoltaico a terra, inoltre, «è necessario riportare le aree interessate alla situazione di partenza. Infine, parte dell’energia prodotta dai moduli venga destinata alle Comunità energetiche del Comune ospitante, favorendone così la nascita».

Cia Padova

Conclude Trivellato: «Siamo favorevoli alle energie rinnovabili. Tuttavia, riteniamo fondamentale che tale processo sia governato tanto a livello nazionale che locale al fine di salvaguardare l’economia agricola. In ogni caso crediamo che questi impianti debbano venire installati in primo luogo sui tetti, sui capannoni, sugli annessi rustici o in quelle parti di territorio che non abbiano, neanche potenzialmente, vocazione agricola. Da ultimo, auspichiamo un percorso partecipato, pure mediante l’istituzione di un tavolo permanente insieme alle organizzazioni agricole, economiche e sociali locali».

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