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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Foibe, la cerimonia in ricordo delle vittime a Palazzo Moroni. Premuda: «Non erano fascisti»

Una corona di fiori per la tragedia degli Italiani e di tutte le vittime dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa questione del confine orientale

Si è svolta oggi 10 febbraio di fronte al Municipio la cerimonia in ricordo della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa questione del confine orientale. La cerimonia è iniziata con l’alzabandiera (le bandiere sono poi state poste a mezz’asta in segno di lutto) ed è proseguita con la deposizione di una corona di allora in memoria delle vittime sotto la lapide in ricordo dei martiri delle foibe, in Via Oberdan. Hanno poi preso la parola per i discorsi ufficiali il sindaco Sergio Giordani e il presidente provinciale dell’ Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Andrea Todeschini Premuda.

I presenti

Alla cerimonia hanno preso parte tra gli altri il Prefetto Raffaele Grassi, il Questore Antonio Sbordone, il Comandante delle Forze Operative Nord Generale C.A. Roberto Perretti, il Vicepresidente della Provincia Vincenzo Gottardo, il Comandante Interregionale dei Carabinieri Generale C.A. Antonio Paparella, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Colonnello, Michele Esposito, oltre al senatore Giovanni Endrizzi e a numerosi consiglieri regionali e comunali.

Giordani e Premuda

«Oggi, queste terre a distanza di tanti decenni  sono per fortuna pacificate, e non sarà  qualche tentativo di distorsione e  strumentalizzazione ideologica di quei fatti   a cancellare il percorso compiuto in  tutto questo tempo» le parole del sindaco, Sergio Giordani. «Fascisti. Così erano chiamati, solo poiché fuggivano dal "paradiso socialista" Jugoslavo - ha aggiunto il presidente provinciale dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia, Andrea Todeschini Premuda - .Il grave equivoco resta ancora presente in residue sacche di ignoranza che il Giorno del Ricordo contribuisce a smantellare: gli italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia uscivano dall’Italia che era stata fascista esattamente come gli italiani di Padova, di Roma e di Napoli. I nostri nonni erano stati fascisti o antifascisti esattamente come tutti gli altri italiani, come tutti avevano approvato, subìto o combattuto il regime».

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