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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Migranti, primi arrivi alla Falconetto. Rupolo, CRI: «Accoglienza, serve un modello che non sia discontinuo»

Non si conosce la loro provenienza ma solo da dove sono partiti per raggiungere le coste italiane: dalla Tunisia. Un paese che sta vivendo una grossa crisi e dove si sta mettendo in atto una vera e propria caccia ai migranti subsahariani, calpestando anche i più basilari diritti umani

Saranno poco meno di 200 le persone che arriveranno in Veneto, ma visto il can can creatosi attorno alla vicenda sembrerebbe dovessero arrivarne chi lo sa quante. Il velo di mistero che circonda questo che oggettivamente non può essere definito un caso visto che stiamo parlando, per quanto riguarda la città di Padova, di una ottantina di persone che arriveranno in diverse tranche, alimenta però discussioni e speculazioni. E, verrebbe da dire, se il sindaco Giordani non avesse fatto sapere cosa stava avvendendo, giustamente, molto probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno. Invece si è creato il solito clima di timore che è non solo fuori luogo ma assolutamente spropositato. 

Proprio il sindaco di Padova, Sergio Giordani, ha messo a disposizione la palestra della Falconetto e quella del Duca degli Abruzzi. A Selvazzano Dentro è allestita la palestra di Feriole. Tutte gestite dai volontari della Croce Rossa  che già nella giornata di ieri, avevano allestito gli spazi adibiti a questa prima accoglienza. Così, per questi primi trenta arrivati sono già pronte delle brandine, coperte, lenzuola, cuscini, asciugamani, diversi kit per l’igiene personale, carta igienica e vettovaglie. Tutto ciò che occorre in questa prima fase. 

I primi trenta, o forse qualcuno meno perché la Prefettura come abbiamo detto preferisce non dare nessun tipo di indicazione, sono arrivati quando da poco erano passate le 13. Non si conosce la loro provenienza ma solo da dove sono partiti per raggiunere le coste italiane. Dalla Tunisia. Un paese che sta vivendo una grossa crisi e dove, in questo caso non si sta esagerando, si sta mettendo in atto una vera e propria caccia ai migranti subsahariani. Calpestando anche i più basilari diritti umani. 

Così come è già successo con la Turchia di Erdogan e i milioni di euro donatigli per costruire un muro tra il suo paese e la Siria,  o con la Libia delle milizie che sono quelle che hanno in mano i traffici, l’UE, per cercare di contenere gli arrivi sulle coste italiane e d’Europa, finanzia un regime che ha cancellato le garanzie democratiche. Il presidente Saied infatti ha scatenato una vera e propria caccia allo straniero nei confronti dei migranti sub-sahariani. Ne ha fatti deportare illegalmente a migliai ai confini con la Libia e con l’Algeria. Persone in transito verso l’Europa. Molte di loro hanno perso la vita, incluse donne e bambini. Questi trenta arrivati, come tutti quelli che arrivano a raggiungere l'Italia, hanno vissuto queste come altre drammatiche e violente situazioni. 

Ma se dopo quasi trent'anni parliamo ancora di emerenza, quando giungono qui tutti questi disperati, forse c'è qualcosa che non va: «Se si continua a parlare di emergenza vuol dire che il problema è stato affrontato con un modello discontinuo. Il tentativo è sempre stato impedire le partenze. Questo significa saper intervenire nelle emergenze locali, come fa la Croce Rossa Internazione dall'alto della sua posizione neutrale. Se non si affrontano tutti insieme le radici dei problemi ci troveremo sempre in situazione emergenziale. Se pensiamo alle crisi climatiche che sono all'origine delle crisi economiche per quanto riguarda le aree subsahariane, pensando siano cose lontane, ci ritroveremo sempre in questo tipo di situazioni», ha evidenziato il presidente della Croce Rossa di Padova, Giampietro Rupolo. Come dargli torto. 

Giampietro Rupolo presidente Comitato CRI Padova (4)-2

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