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Martedì, 30 Aprile 2024
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Molestie durante l'adunata, la politica veneta si spacca: Donazzan dalla parte degli alpini

«Con tutta probabilità non si sa di cosa si stia parlando, dimostrando così di non conoscere per nulla questa realtà associativa parte dell’Italia migliore» commenta Donazzan assieme ad altre esponenti delle istituzioni

«Le polemiche, quando sembrano strumentali e forzate, hanno il solo scopo di infamare e non servono ad un corpo che ha dato all’Italia, nel solo anno scorso, poco meno di 117 milioni di euro e 4 milioni di ore di lavoro gratuito». Così Elena Donazzan, assessore regionale del Veneto assieme a Martina Bertelle, vice presidente della Provincia di Treviso, Mara Bizzotto, eurodeputato, Morena Martini, sindaco di Rossano Veneto, Elena Pavan, sindaco di Bassano del Grappa e Silvia Rizzotto, consigliere regionale del Veneto rispondono alle accuse mosse, tra le altre, dall'europarlamentare dem Alessandra Moretti in merito a presunte molestie subite da un centinaio di donne durante l'adunata degli alpini di Rimini.

Il commento

«Volontari veri, che si mettono in gioco con 5,6 milioni di euro raccolti, perché sono persone generose e perché la gente si fida di loro! Ci chiediamo - dicono le esponenti delle istituzioni presenti a Rimini - come si possano gettare ombre sugli alpini, gli stessi che in pandemia hanno garantito il supporto al sistema sanitario e sociale e da qualcuno celebrati e per il quale va tutta la nostra sincera gratitudine. Facciamo attenzione prima di rovinare tre giorni di adunata meravigliosa, di una ripresa della vita con il sorriso e nella giovialità. Con tutta probabilità non si sa di cosa si stia parlando, dimostrando così di non conoscere per nulla questa realtà associativa parte dell’Italia migliore. Si faccia luce sulle accuse, ma se non risulterà nulla di ciò che si sta dicendo, chi pontifica oggi dovrà chiedere scusa domani. Dopo la strumentale polemica cavalcata certo per pura visibilità - continuano - siamo concordi con il presidente nazionale Favero quando dice che, se ci sono denunce e fatti concreti, saranno gli stessi alpini a chiedere giustizia. Noi c’eravamo, tutte. Ci siamo sempre, chi da 30 anni chi da qualche adunata. Abbiamo vissuto a Rimini, chi una giornata sola, chi tutti i giorni in mezzo alle piazze, tra la gente, cantando canzoni alpine e vivendo la giovialità tipica di questa festa di popolo. La gente perbene sa chi sono gli alpini. Qualunque città, che ha avuto la fortuna di ospitare una adunata, è rimasta innamorata di loro e del loro modo di essere. Così il sindaco di Rimini, che ha ringraziato, al termine dell’adunata, visibilmente commosso. Peccato che chi strumentalizza non fosse presente».

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