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E' morto Matthew Broussard, l'artista texano che aveva fatto della Città del Santo la sua casa

Plasmare, trasformare la materia era la sua grande passione. Incapace di fermarsi, tra una mostra e l'altra Matthew progettava e costruiva mobili, si occupava di decorazione d'interni, realizzava ogni genere di installazioni. A Padova ci sono tracce dell'arte di Matthew Broussard un po' ovunque

E' mancato ieri notte Matthew Broussard, artista geniale nato a Dallas in Texas e che per tanti anni ha vissuto nella città del Santo. Era arrivato in Italia nei primi anni novanta e Padova è stata la sua casa per oltre vent'anni. Molto amato in città dove sono presenti tantissime sue opere. Si era trasferito da alcuni anni a Gemonio, sul lago di Varese con Bonnie, sua moglie, e Robin, la figlia. Collaboratore di fiducia di Ugo Rondinone, artista di fama mondiale, era Matthew che dedicava anima e corpo alla realizzazione delle enormi, famose, coloratissime sculture in pietra sparse in tutto il pianeta. Plasmare, trasformare la materia era la sua grande passione. Incapace di fermarsi, tra una mostra e l'altra Matthew progettava e costruiva mobili, si occupava di decorazione d'interni, realizzava ogni genere di installazioni.

A Padova ci sono tracce dell'arte di Matthew Broussard un po' dovunque. Suo il dipinto che vedete nella pagina di apertura del sito del Fishmarket, o la grande parete puzzle di legni di recupero all'interno. Suo il Minotauro, scolpito in pietra di Vicenza, che accoglie chi entra al Chiosco. L'aveva realizzato per il labirinto del Museo dell'Aria a Due Carrare ma quando si rese conto che al centro del labirinto arrivavano ben pochi visitatori la fece trasferire al Chiosco. Ma l'elenco è infinito.

«Matthew - ricordano gli amici padovani- aveva la capacità di osservare il mondo da una prospettiva unica e a tradurlo in arte con una semplicità disarmante. Ogni cosa della sua vita era fatta d’arte o vissuta per l’arte. Le sue intuizioni geniali, ancor più geniali nella loro disarmante semplicità. Se avrete l’occasione di gettare lo sguardo al fiume dal Ponte San Nicolò noterete un rudere. Sembra il pilastro di un vecchio ponte. Era inverno quando Matthew si gettò a nuoto per raggiungere il rudere che lo incuriosiva. Quando scoprì trattarsi di un vecchio mulino scattò nella sua mente l’dea per una delle sue incredibili creazioni. Con una carriola, una corda e una carrucola portò della terra buona fino a riempire il rudere. Poi seminò e coltivò per mesi quella terra fino a che, in estate, il rudere si coprì di spighe dorate trasformando il mulino in campo di grano e chiudendo, così, un cerchio. Per terminare un’installazione in concorso a Glasgow, con una barchetta se ne andò nel Canal Grande a riempire con l’acqua del canale qualche decina di damigiane. Poi ne stipo’ quante più ne potette nel suo furgoncino e viaggió così, per due giorni, pieno di damigiane riempite dell’acqua del Canal Grande fino in Scozia per poter riempire di quell’acqua un cilindro di vetro sospeso che aveva fissato sulla banchina all’entrata del porto e completare così l’opera. Sua l’idea della Pocket Gallery nel 2001. Una galleria d’arte itinerante, in una scatola di fiammiferi, che viaggiava di artista in artista ospitando, a turno, un’opera realizzata appositamente per quelle dimensioni. Matthew Broussard è rimasto a scolpire la sua amata pietra fino all’ultimo istante, fino a quando la malattia gli ha lasciato un briciolo di forza. I funerali si svolgeranno a Gemonio giovedì 10 alle 14:30. 

Matthew

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