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Martedì, 23 Aprile 2024
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Per l'intervento in situazioni di crisi: i carabinieri introducono la figura del "negoziatore"

Presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi al comando di via Rismondo a Padova: entrerà in azione in caso di barricamento negli edifici, tentativi di suicidio e asserragliamento di criminali

L'avrete sicuramente visto in numerosi film. Ora, però, lo potrete trovare anche all'ombra del Santo: l'Arma dei carabinieri ha recentemente introdotto la figura del “negoziatore”, presentata sabato nel corso di una dettagliata conferenza stampa tenuta dal Maggiore Giovanni Blasutig e dal Maresciallo Davide Salmaso presso il comando provinciale di Padova, in via Rismondo.

I compiti del negoziatore

Si tratta di un militare particolarmente addestrato grazie a un ciclo intensivo di preparazione (della durata di tre settimane) che si svolge all’Istituto Superiore di Tecniche Investigative dei Carabinieri a Velletri (Roma) per fornire le competenze basilari per agire in situazioni di emergenza operativa, come ad esempio il barricamento in edifici da parte di soggetti in crisi o affetti da disturbi mentali, tentativi di suicidio o criminali asserragliati durante la commissione di reati. Il corso formativo, che nel programma prevede la trattazione di nozioni di psicologia, psichiatria, sociologia, tecniche di comunicazione e criminologia, consente al militare di acquisire gli elementi necessari per affrontare le situazioni descritte, con il preciso scopo di scongiurare conseguenze tragiche nell’intento di salvaguardare la vita umana. Il suo intervento risponde all’esigenza di avviare con tempestività i contatti con il soggetto interessato al fine di accrescere le probabilità di una soluzione pacifica dell’evento.

L'importanza del negoziatore

Alcuni studiosi fanno risalire l’inizio delle ricerche sulla diversa possibilità di gestire le situazioni di crisi in presenza di ostaggi ad un episodio verificatosi a Monaco nel marzo del 1972, quando alcuni terroristi palestinesi presero in ostaggio undici atleti israeliani che stavano partecipando alle manifestazioni olimpioniche. In quell’occasione le richieste avanzate dai terroristi furono respinte e la polizia tedesca decise per l’intervento armato. A seguito dello scontro a fuoco cosi sviluppatosi e durato circa un’ora e mezza, morirono ventidue persone, tra le quali tutti gli ostaggi. L’episodio ebbe una cassa di risonanza ancor maggiore in virtù del contesto nel quale venne a svilupparsi ed indusse diversi paesi a riconsiderare il ruolo delle forze di polizia nella gestione di questo tipo di crisi, nonché ipotesi diverse dall’intervento armato. Il negoziatore, una volta formato, viene inserito nell’organico di ogni comando provinciale dei carabinieri e il suo impiego viene disposto dal comandante provinciale qualora ritenuto opportuno in relazione allo scenario operativo che si presenta o su richiesta dell’autorità giudiziaria. In sostanza, il lavoro di questa figura professionale che ha già contribuito in maniera efficace alla pacifica risoluzione di svariati eventi sul territorio nazionale, consiste nello stabilire un contatto e creare un rapporto con il soggetto in crisi, seguendo una strategia e conoscendo più dettagli possibili sul suo conto, allo scopo di sciogliere il ghiaccio e di iniziare una trattativa per distendere gli animi. È difatti necessario tranquillizzare la persona, con la quale il negoziatore deve porsi in una situazione di empatia, parlando non solo dell’accaduto, ma anche di altri argomenti non lasciandosi mai coinvolgere emotivamente e lavorando sui valori e le convinzioni di chi si vuol far desistere, mantenendo i nervi saldi in ogni circostanza.

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