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Studenti pro Palestina, occupato nuovamente il polo universitario di via Beato Pellegrino

La mobilitazione proseguirà fino al presidio organizzato davanti al Bo per martedì 5 dicembre, quando le varie istituzioni parteciperanno ad un convegno alla presenza di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati

Mercoledì 29 novembre, dopo un evento di controdidattica sulla salute mentale in Palestina nell'aula 9 del polo di Lettere, gli studenti legati a Spazio Catai e Potere al Popolo hanno rilanciato le rivendicazioni che da settimane rivolgono alla rettrice Daniela Mapelli, aderendo all'appello dell'Università di Birzeit e dei Giovani Palestinesi d'Italia occupando nuovamente il polo universitario di via Beato Pellegrino.

Occupazione

Durante la giornata negli spazi universitari di varie città la protesta contro il regime coloniale israeliano e il genocidio in corso ha individuato come interlocutori principali i rettori, fino ad ora silenti o firmatari di mozioni che chi si mobilita giudica insufficienti e vergognose, come espresso con chiarezza dai cortei che hanno attraversato Padova nei giorni scorsi. Spiegano gli studenti che hanno occupato il polo universitario di via Beato Pellegrino: «La rettrice smetta di ignorare le nostre richieste: l'università deve farsi garante non di uno scambio di opinioni ma della salvaguardia della vita di milioni di persone, contro i crimini di guerra. Per questo serve prendere posizione per un cessate il fuoco immediato, rinunciando agli accordi con le università israeliane e le aziende produttrici di armi. Di fronte al tentativo di pulizia etnica da parte del governo israeliano, noi studenti rispondiamo ribadendo il sostegno alla resistenza del popolo palestinese e alla sua lotta per la libertà. La mobilitazione prosegue dandosi appuntamento in presidio davanti al Bo per martedì 5 dicembre, quando le varie istituzioni parteciperanno ad un convegno alla presenza di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati. Un'occasione che deve essere utilizzata per condannare i crimini israeliani e ridare una prospettiva di pace al popolo palestinese che parta da una presa di posizione chiara contro l'occupazione».

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