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Padova e quei 508milioni che se ne vanno per l'inquinamento

Per l'ultimo rapporto dell'Alleanza europea per la salute pubblica (Epha) la Pianura Padana è l'area più inquinata d'Europa. Non solo per la salute ma anche per l'economia non è un buon affare. Ne abbiamo parlato con l'assessora Gallani

La top ten Ue delle città dove l'inquinamento atmosferico ha il costo pro capite più alto vede ben cinque città italiane occupare ben cinque posizioni. Della classifica, che prende in considerazione 432 città in tutta Europa, cui abbiamo reso conto quando è stata resa pubblica. Colpisce i padovani visto che la città del Santo occupa il terzo gradino del podio. La graduatoria nel complesso suggerisce anche un altro dato: i luoghi più inquinati d’Europa sono la Pianura Padana e le grandi aree delle grandi capitali dell’est europeo. Bucarest di certo visto che si classifica per prima, ma ci sono anche Varsavia e Bratislava tra le prime dieci.

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Per quanto riguarda l’Italia, anzi il bacino padano, oltre a Padova, ci sono Milano che si classifica seconda, poi Venezia, Brescia e Torino. Il dato lo fornisce l'ultimo rapporto dell'Alleanza europea per la salute pubblica (Epha), che quantifica il valore monetario di morte prematura, cure mediche, giornate lavorative perse e altre spese sanitarie causati dai tre inquinanti atmosferici più pericolosi: particolato, ozono e biossido di azoto

I costi, sanitari e sociali, vengono di fatto, attraverso questo studio, vengono in concreto rappresentati dalla cifra che costa a ognuno, l’inquinamento. «Può apparire freddo il dato che quantifica in moneta cosa costa l’inquinamento a ognuno. I duemilacinquecento euro pro capite che vengono imputati ai padovani secondo questo studio sono la cartina tornasole di una situazione che non può essere sottovalutata. La difficoltà nel far arrivare a tutti il messaggio che è necessario intervenire per esempio nel sistema dei trasporti, che è quello che anche lo studio ci dice che è quello che impatta di più, non è sempre semplice perché si da per scontato che sia così. Questi duemilacinquecento euro pro capite si può arrivare a risparmiarli e quindi a impiegarli in qualcosa che migliori la qualità della vita correggendo certe abitudini e implementando una mobilità alternativa. Una cosa che noi stiamo facendo. Sulla mobilità come amministrazione stiamo facendo la nostra parte. Pensiamo ad esempio alle piste ciclabili, alle biciclette in condivisione, al tram».

Le città del bacino padano cooperano tra loro da qualche anno proprio per ridurre le emissioni anche perché L’Europa ha messo quest’area d’Italia sotto infrazione proprio a causa dell’inquinamento. «La situazione rispetto a dieci anni fa è certamente migliorata, molte cose sono state fatte ma tante devono ancora essere fatte. Se si considera che questo è un problema che coinvolge un territorio così ampio, ci si rende conto facilmente che più che i comuni, devono muoversi Regioni e Governo. Questo, lo studio lo fa vedere chiaramente, non è un problema locale. Il ragionamento sulla riconversione ecologica delle città è ormai imprescindibile».

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