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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Due panchine rosse all'Università per Giulia Cecchettin: anche il padre Gino alla cerimonia

Gino Cecchettin si è rivolto agli studenti: «Confrontandoci possiamo sradicare la violenza, soprattutto quella sulle donne. Giulia non me la restituirà più nessuno, ma dalla morte di Giulia voglio far nascere tante belle iniziative»

Nella mattinata di oggi, venerdì 24 novembre, sono state poste due panchine rosse negli spazi esterni del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Padova, dove studiava la 22enne Giulia Cecchettin, uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta.

Gino Cecchettin

Alla cerimonia ha preso parte anche Gino Cecchettin, padre di Giulia, il quale si è rivolto al migliaio di studenti presenti: «Non potevo esimermi dal venire nel posto in cui Giulia ha trascorso gli anni di studi universitari: anch'io sono un ex studente della facoltà anche se non sono riuscito ad ultimare il percorso, anzi a tal proposito invito gli studenti a tenere duro ed andare avanti altrimenti avrete un rimorso molto grande, per tutta la vita. Oggi siamo qui per Giulia, e da questo tragico evento deve nascere qualcosa. Vanno bene i messaggi che state dando e i minuti di silenzio o di rumore, ma quelli poi finiranno. Io vorrei che tutti i giorni ognuno di noi guardi all'interno della propria vita e provi a pensare a cosa potrebbe fare per migliorarla, non tanto nei propri confronti ma in quelli delle persone amate, negli amici e soprattutto nei confronti delle donne: analizzate la vostra vita e fate un esame di coscienza su ciò che si può migliorare. Parlavo con la rettrice Daniela Mapelli e con il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione Gaudenzio Meneghesso e dicevo loro che bisogna istituire un modo per capire come sia nato tutto questo, e voi potete darci una mano perché siete il futuro: ognuno di voi parlando e cercando di capire cosa sia mancato a tutti i livelli, dai docenti a voi stessi passando per i genitori, perché anch'io mi faccio delle domande. Magari confrontandoci e cercando di capire cosa in più si può fare possiamo trovare un protocollo per poter sradicare la violenza, soprattutto quella sulle donne. Io mi promuoverò affinché nasca qualcosa di positivo: Giulia non me la restituirà più nessuno, ma dalla morte di Giulia voglio far nascere tante belle iniziative».

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