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Anima veronese, ma cuore tutto padovano: la dinastia dei Trabucchi premiata per il miglior vino italiano

A vincere l'ambito riconoscimento della guida Bibenda è stato l'Amarone 2010 prodotto dall’azienda agricola Trabucchi d’Illasi, condotta dalla famiglia che ha fatto la storia nel mondo del diritto civile

“Più che un vino, è un’emozione”. Non c'è frase più azzeccata. E vera. Verissima. Perché se batti altri 27mila concorrenti vuol dire che sei davvero un fuoriclasse: l’Amarone 2010 prodotto dall’azienda agricola Trabucchi d’Illasi, nel Veronese, è stato premiato come il miglior vino italiano.

Il premio

A stabilirlo la Guida Bibenda 2019 della Fondazione Sommelier d'Italia, i quali dopo un'importante scrematura iniziale hanno prima selezionato 609 vini - premiati con i celebri “5 grappoli” - e quindi individuato le dieci migliori etichette d'Italia. Tra loro una sola veneta: l’Amarone del borgo di Monte Tenda, a Illasi. Basta la descrizione per capirne l'importanza: “Colore rosso rubino intenso con trame granate, all’olfatto è intrigante per la varietà di profumi, dalla prugna secca al tartufo nero. Il tannino è dolce e inizialmente vellutato per poi, nel finale, asciugarsi un po’”. E chi ha avuto la fortuna di berlo (ma soprattutto di capirlo) deve essere davvero andato in estasi, perché la vittoria, alla fine, è andata proprio al vino prodotto nel Veronese. Ma dal cuore padovano...

Trabucchi Illasi 2-2

Il vino dal cuore padovano

«Il nostro Amarone 2010 ora appartiene alla storia della viticoltura italiana»: ad esclamarlo con tutto l'orgoglio possibile è Giuseppe Trabucchi, erede della famiglia che ha fatto la storia nel mondo del diritto civile, noto avvocato e professore con studio legale in pieno centro a Padova nonché portavoce della Trabucchi d’Illasi, azienda che da quattro generazioni estrae dalla terra veronese i grandissimi rossi della Valpolicella. E al suo fianco c'è il vero segreto di questa incredibile eccellenza: il suo nome è Aristide Piovan, ha 28 anni ed è padovano Doc. Per capirne l'importanza basta leggere la spiegazione del dottor Trabucchi: «L'Amarone 2010 è stato denominato il vino del cuore, appellativo meritatissimo perché proviene dal cuore di chi coltiva il vigneto e opera in cantina, vale a dire Aristide Piovan, che grazie alla coltivazione biologica certificata dal 1993 e alla passione di tutti i collaboratori dell’azienda ci sta proiettando in un futuro sempre più internazionale».

Aristide Piovan-2

Il vino che fa bene alla salute

E la qualità del vino prodotto passa anche attraverso una recente e incredibile scoperta compiuta dal professor Gianni Galaverna dell’Università di Parma, il quale dopo aver condotto studi approfonditi sui vini Trabucchi d’Illasi è giunto alla conclusione che sono ricchi di una molecola molto importante per la salute umana: il resveratrolo. È stato mostrato, infatti, come l’uva Corvina sia più ricca di stilbeni e polifenoli, agenti noti in vitro per le capacità anti tumorali e con effetti benefici contro il diabete di tipo 2. Lo studio, inoltre, ha evidenziato la presenza di oltre cinquanta punti olfattivi a definirne la complessità. E l'avvocato Trabucchi non può che sorridere: «Oltre a essere il miglior vino italiano il nostro Amarone 2010 fa pure bene alla salute».

Trabucchi Illasi 3-2

L'azienda

Negli anni l’azienda Trabucchi d'Illasi ha ottenuto numerosi premi grazie a un terroir coltivato fin dal 1924: 22 ettari a vigneto e sei ad oliveto, che si sviluppano in collina, ad una altitudine media di 200 metri sul livello del mare. Un’azienda nota anche per la propria cantina sotterranea, che è tra le più spettacolari della Valpolicella, meta di migliaia di visite di wine lover e appassionati di architettura. Una struttura di tre piani sotto terra realizzata nel 2002, collegata a quella originaria dell’Ottocento con una galleria: spazi sotterranei per circa 3000 metri quadri con una sala per l’appassimento delle uve, l’officina e il deposito delle macchine agricole. Sopra l’ultimo solaio c’è il vigneto che garantisce isotermia e l’assenza di rumori e vibrazioni, fornendo così le condizioni ideali per l’invecchiamento. E l'Amarone 2010 ne è la straordinaria conferma

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