rotate-mobile
Attualità

La chiamata di Papa Francesco, e tanti dolci ricordi: Gino Cecchettin "racconta" la sua Giulia

«Tutto questo non è per me, è per Giulia e per tutte le Giulie che potremo salvare»: è con queste parole che Gino Cecchettin ha aperto a Padova la prima presentazione di "Cara Giulia", il libro scritto in stile lettera aperta virtualmente inviata alla figlia

«Tutto questo non è per me, è per Giulia e per tutte le Giulie che potremo salvare: non è facile per me essere davanti a così tanta gente, e non sarà facile esprimere ciò che ho dentro»: è con queste parole che Gino Cecchettin ha aperto a Padova, in un teatro Verdi gremito, la prima presentazione di "Cara Giulia", il libro scritto in stile lettera aperta virtualmente inviata alla figlia 22enne, barbaramente uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta.

I primi giorni

Affiancato da Marco Franzoso, con cui ha scritto il libro (uscito proprio oggi, martedì 5 marzo), Gino Cecchettin si rivolge con grande delicatezza alle molte persone giunte a sentirlo, iniziando dal giorno in cui gli è stata comunicata la scomparsa di Giulia Cecchettin: «È stata la domenica più brutta della mia vita, sentivo che mi stava per colpire un'ondata e non sapevo dove andare ma di fronte a quest'ondata non mi sono rassegnato: ho avuto sempre la speranza di ritrovarla viva, anche quando mi hanno comunicato che avevano trovato il suo corpo, per farvi capire fino a dove può arrivare l'amore di un padre. Da quella domenica abbiamo provato a capire come potevamo affrontare la situazione, e i familiari mi e ci hanno dato una grande mano mentre io volevo solo cercarla, senza grandi risultati perché sono andato un po' allo sbaraglio. Tante persone si sono strette a noi, in un turbinio che non ti spieghi: ti chiedi cosa sta succedendo e non trovi risposte».

Il funerale

Gino Cecchettin ha quindi parlato del funerale di Giulia: «Le 10mila persone al funerale? Mi sono reso conto che Giulia, nella sua semplicità, ha lasciato a tutti una bella sensazione. Durante il periodo del Covid ho presentato Giulia a un mio cliente: lei aveva la mascherina, ma il cliente mi ha subito detto che lei parla con gli occhi. Lei con gli occhi ha insegnato tante cose. Dalla Giulia di Gino, Elena e Davide era diventata la Giulia di tutti, e tutti hanno potuto godere del suo essere fantastico: era molto più semplice rinchiudersi a casa, ma se ho scritto un libro e voglio fondare una Fondazione è perché so che lei lo vorrebbe e lo farebbe».

"Dove ho sbagliato?"

Come ha spiegato Gino Cecchettin, i primi giorni sono stati anche quelli delle domande a cui è difficile trovare una risposta: «Perché mi sono chiesto "dove ho sbagliato"? Penso che chiunque ha figli li voglia vedere crescere, realizzati e sposati e non li voglia vedere morire, e quindi un errore deve essere stato fatto. Ho provato ad analizzare cosa: forse dovevo parlarle di più e starle più vicino, magari essere anche più invasivo».

Marco Franzoso

Gino Cecchettin si è affidato a Marco Franzoso per la scrittura del libro: «Marco mi aveva scritto, telefonato e suonato al campanello, era agitatissimo e allora gli ho chiesto di raccontarmi la storia della sua vita: lì ho percepito qualcosa, e ho deciso che sarebbe stato lui a scrivere un'eventuale libro. Credo sia uscita una cosa bella, perché arriva dal cuore».

Telefonate

Gino Cecchettin ha anche rivelato un aspetto a dir poco significativo: «Ricevo un sacco di telefonate di donne che non posso aiutare, il che vuol dire che ci sono tante situazioni critiche. Faccio però da tramite, e passo i contatti di un professionista o di associazioni per cercare di aiutarle. Il patriarcato esiste, e ad aprirmi gli occhi in merito è stata Elena con un post su Instagram».

"Cara Giulia"

Gino parla quindi a cuore aperto della sua Giulia: «Questo libro è un regalo che faccio a Giulia, e mi piace parlare di lei perché abbiamo avuto la fortuna di amarla per 22 anni: ci deliziava le giornate anche con cose inattese, anche solo parlando in cucina a un fusillo che era caduto sul pavimento o sentendola affibiare un nome anche ai ragnetti, ed è la cifra dell'amore che aveva per tutti gli esseri viventi. Tanti mi chiedono dove trovo la forza per andare avanti: la trovo parlando di lei, provando un misto di dolore e contentezza. Aveva anche dei difetti, sia chiaro: era ostinata, quando si metteva in testa qualcosa non glielo toglievi, fosse anche solo il non volersi asciugare i capelli in inverno dopo la doccia. Noi in famiglia riusciamo finalmente a ricordarla con il sorriso, per quanto non ci sia mattina in cui io non mi alzi con un pensiero fisso per lei e per la mamma».

La telefonata di Papa Francesco

Gino Cecchettin rivela quindi di aver ricevuto una telefonata davvero speciale: «Tutto ormai è un dono, anche le chiamate con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Francesco anche se sono doni che non avrei voluto ricevere. La chiamata con Papa Francesco è arrivata grazie al cardinale Zuppi: io ho un rapporto complicato con la fede, ma quando ho parlato con il Santo Padre ho sentito le mani di due miliardi di persone che mi sostenevano, e questo è uno dei regali che mi ha fatto Giulia».

La Fondazione

L'ultimo atto della presentazione riguarda la Fondazione che porterà il nome di Giulia Cec«La Fondazione in memoria di Giulia? Ho chiesto aiuto ad avvocati e professori, persone che ne sanno più di me, le quali mi hanno consigliato di non essere frettoloso e di provare a "portare a bordo" anche istituzioni e Università. Vogliamo aiutare associazioni già presenti sul territorio, fare formazione nelle scuole con team di professionisti per insegnare affettività e altri temi e vorremmo arrivare alla creazione di case-rifugio. Quando la creeremo? Credo a fine estate».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La chiamata di Papa Francesco, e tanti dolci ricordi: Gino Cecchettin "racconta" la sua Giulia

PadovaOggi è in caricamento