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Prevedere le piene dei fiumi con 72 ore di anticipo? Adesso si può, grazie all'Università di Padova

Per permettere di prendere decisioni ed effettuare scelte a tutela di popolazione e territori: questo è il modello IMAGe, sistema di previsione delle piene fluviali della Regione del Veneto messo a punto dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova in collaborazione con la Regione

Un modello scientifico capace di prevedere le piene dei fiumi con 72 ore di anticipo, per permettere di prendere decisioni ed effettuare scelte a tutela di popolazione e territori: questo è il modello IMAGe, sistema di previsione delle piene fluviali della Regione del Veneto messo a punto dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova in collaborazione con la Regione.

Il modello

Il modello permette di sapere con anticipo se e esattamente quando (ovvero a che ora) un fiume esonda attraverso delle modellazioni di generazione e di propagazione delle piene, che si traducono in report. Tutti questi dati vengono gestiti nella centrale operativa presso la sede della Protezione Civile regionale a Marghera. Dichiara Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’ambiente e protezione civile: «Come riconosciuto anche dall’Autorità di Distretto, il nostro è un modello unico in Europa. Un modello al quale sta guardando con estremo interesse anche il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, dato che è del tutto esportabile. Per noi è fondamentale, lo abbiamo visto in occasione di Vaia. Stiamo parlando di previsione che si traduce in prevenzione, aspetto del tutto prioritario nel campo della difesa idraulica». Spiega il professor Luigi D’Alpaos, accademico dell’Università di Padova e luminare della difesa idraulica che ha visto nascere e segue tutt’ora il progetto a capo dell’equipe di altri due docenti e tre ricercatori: «Si parte da una previsione meteo a misura fatto dalla Regione attraverso Arpav e poi, man mano che ci si avvicina all’evento previsto, c’è una fase di interazione fra dato previsto e dato osservato. Stiamo parlando di una cascata di strumenti a disposizione della Regione del Veneto per gestire le emergenze fluviali, capace di garantire informazioni molto utili anche nel campo della pianificazione».

32-2020 AMBIENTE. PRESENTATO MODELLO PREVISIONALE PIENE FLUVIALI CON UNIVERSITA’ DI PADOVA(2)-2

La sperimentazione

Il modello è stato messo a punto fino ad oggi per quanto riguarda tre bacini idraulici del Veneto: Brenta-Bacchiglione, Piave e Muson dei Sassi. Obiettivo è quello di estenderlo a tutti i bacini fluviali. «È stato particolarmente utile durante Vaia: ad esempio i dati forniti ci hanno detto come gestire i bacini del Brenta Bacchiglione e ci hanno consentito di gestire il bacino del Corlo per evitare di mettere a rischio le popolazioni rivierasche e il ponte di Bassano. La Regione dal 2013 ha investito già quasi 900 milioni per opere di difesa idraulica in tutto il Veneto attraverso quello che è denominato ‘piano D’Alpaos’ e lì abbiamo previsto di investire risorse anche sugli strumenti previsionali come IMAGe. Questo strumento consente di prendere decisioni strategiche tipo l'evacuazione di intere popolazioni con adeguato supporto scientifico».

Il video

Disponibile a questo link il video che spiega il modello IMAGe.

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