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Domenica, 28 Aprile 2024
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«Diciamo no ai “punti tampone” nei pronto soccorso padovani»: i sindacati si ribellano

«Tali disposizioni non sono assolutamente coerenti con gli obblighi di un Pronto Soccorso, procedure non previste da alcuna normativa, creando solo disagi sotto più profili, non ultimo quello sulla sicurezza dei pazienti in cura e del personale»

Nove organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria e del comparto ritengono «irricevibili le recenti disposizioni dell'Azienda Ospedale-Università di Padova che dal 16 ottobre, e senza confrontarsi coi sindacati come doveroso, hanno previsto un servizio di esecuzione tamponi notturni per Sars-cov-2 su prenotazione o su autopresentazione nei tre Pronto Soccorso padovani».

Punti tampone

Lo scrivono nero su bianco in un comunicato congiunto Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo, Cigl medici e dirigenza sanitaria, Cisl medici, Uil-Fpl area medica e veterinaria, Fp-Cgil, Cisl e Uil-Fpl, aggiungendo: «Tali disposizioni non sono assolutamente coerenti con gli obblighi di un Pronto Soccorso, procedure non previste da alcuna normativa, creando solo disagi sotto più profili, non ultimo quello sulla sicurezza dei pazienti in cura e del personale (legge 81/2008), essendo il servizio previsto evidentemente rivolto a cittadini non vaccinati, con problemi di spazi, percorsi, assembramenti e attese, e implicazioni medico legali. Siamo consapevoli della necessità di migliorare i servizi ai cittadini, ma se si vuole fornire questo tipo di iniziative, devono prevedersi sedi dedicate specie in un centro HUB, non il Pronto Soccorso, che non può certo lavorare con attività programmate. Ai sensi di legge il datore di lavoro deve garantire sicurezza, non aumentare i rischi sulla salute dei lavoratori e deve garantire il benessere organizzativo; deve inoltre garantire la peculiarità e la funzionalità del Pronto Soccorso, che non deve essere usato in modo strumentale per colmare carenze e disservizi, né essere trattato alla stregua di un negozio, dove poter vendere servizi praticamente a costo zero e in iso-risorse guadagnando sui ticket, senza tenere conto di una programmazione che consideri limiti strutturali e di personale. Dopo oltre un anno di pandemia il personale, in carenza cronica ma sempre disponibile ad affrontare con abnegazione e rinunce ogni tipo di emergenza, non può accettare supinamente la gestione di attività non idonee con aggravio di lavoro e responsabilità ingiustificate oltre ai propri obblighi istituzionali, e che ne minano sicurezza, benessere lavorativo e organizzativo. Se si vuole rompere la fiducia tra lavoratori e datore di lavoro, continuare a derubricare il ruolo e il lavoro del Pronto Soccorso invece di migliorarne la funzione e la mission, ed aumentarne lo stillicidio di personale, questa è la strada. Pertanto, le scriventi Organizzazioni Sindacali chiedono l'immediata revoca delle suddette disposizioni. Diversamente, si troveranno costrette a mettere in atto azioni a tutela dei diritti dei lavoratori».

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