rotate-mobile
Attualità

Rapporto Ecomafia 2023, in Veneto quasi 5.800 reati ambientali negli ultimi cinque anni

«Per il Veneto, a preoccuparci maggiormente - commenta il presidente regionale di Legambiente Luigi Lazzaro - è l’assenza di una forte e collettiva azione di ripudio culturale verso quella che non dobbiamo esitare a definire una presenza radicata della criminalità organizzata»

Non si arresta la morsa dell’ecomafia: in Italia sono 30.686 le illegalità ambientali registrate nel 2022, con una media di 84 reati al giorno. I 12.216 reati nel ciclo illegale del cemento hanno subito un’impennata importante segnando un +28,7% rispetto al 2021. Aumentati del 4,4% anche i reati contro la fauna (6.481) e gli illeciti nel ciclo dei rifiuti raggiungono quota 5.606.

Ecomafie

A livello nazionale preoccupano il virus della corruzione, la diffusione dei comuni sciolti per mafia e dei clan censiti ma anche in Veneto gli esiti delle attività investigative condotte negli ultimi anni confermano come la nostra regione, fortemente industrializzato, vivace, produttivo e in ripresa economica, sia in grado di polarizzare e attrarre costantemente gli interessi delle organizzazioni criminali che, operando con proprie dimensioni imprenditoriali, tentano di intercettare nuove opportunità di business. Particolare attenzione meritano in tal senso anche i prossimi Giochi olimpici e Paraolimpici di Milano e Cortina del 2026, la cui organizzazione richiede un notevole impiego di risorse rientranti nel PNRR che, se da un lato costituisce un’ulteriore occasione di rilancio economico per il territorio, dall’altro, potrebbe rappresentare un’allettante opportunità per le organizzazioni criminali più strutturate. «Per il Veneto, a preoccuparci maggiormente - commenta il presidente regionale di Legambiente Luigi Lazzaro - è l’assenza di una forte e collettiva azione di ripudio culturale verso quella che non dobbiamo esitare a definire una presenza radicata della criminalità organizzata nella nostra regione in tutti i settori merceologici, come già dichiarato dallo stesso Procuratore capo della Procura distrettuale Antimafia di Venezia Bruno Cherchi. Una presenza - continua Lazzaro - che invade anche settori come l’edilizia e lo smaltimento di rifiuti che con il nostro rapporto cerchiamo di mettere continuamente sotto la lente di ingrandimento proprio per alzare l’attenzione e la presa di coscienza da parte della società civile»

Veneto

L’illegalità ambientale in Veneto dal 2018 al 2022 ha fatto registrare 5.781 reati; 5.837 persone denunciate; 47 persone arrestate; 1.329 sequestri. Questi i dati regionali del quinquennio 2018-2022 nel dettaglio: 

  • L’illegalità nel ciclo del cemento: 2481 reati; 2504 persone denunciate; 0 persone arrestate; 178 sequestri;
  • L'illegalità nel ciclo dei rifiuti: 1235 reati; 1679 persone denunciate; 36 persone arrestate; 423 sequestri;
  • L'illegalità contro la fauna: 1435 reati; 1173 persone denunciate; persone arrestate, 619 sequestri;
  • Gli incendi boschivi: 213 reati; 1.413,00 ettari di superficie boscata e non;  21 persone denunciate, 3 arrestate e 3 sequestri;
  • La classifica dell’arte rubata: Veneto al 9° posto tra le regioni italiane con 134 opere d’arte rubate.

Legambiente

Cosa serve mettere in campo? Per Legambiente quella contro l’ecomafia è una doppia sfida, che si può vincere da un lato rafforzando le attività di prevenzione e di controllo nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse stanziate con il Piano nazionale di ripresa resilienza; dall’altro mettendo mano con urgenza, a partire dall’Europa, a un quadro normativo condiviso su scala internazionale, con cui affrontare una criminalità organizzata ambientale che non conosce confini. Dieci le proposte di modifica normativa elaborate da Legambiente per rendere più efficace l’azione delle istituzioni a partire dall’approvazione delle riforme che mancano all’appello, anche in vista della prossima direttiva Ue sui crimini ambientali, di cui l’Italia deve sostenere con forza l’approvazione entro l'attuale legislatura europea. È necessario, sul versante nazionale, rivedere, in particolare per quanto riguarda il meccanismo del cosiddetto subappalto “a cascata”, quanto previsto dal nuovo Codice degli appalti e garantire il costante monitoraggio degli investimenti previsti per il PNRR. Dal punto di vista legislativo, occorre approvare il disegno di legge contro le agromafie; introdurre nel Codice penale i delitti contro la fauna; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia per le associazioni iscritte, come Legambiente, nel Runts, il Registro unico nazionale del Terzo settore. Per Legambiente è inoltre sempre più necessario favorire la creazione di pool specializzati nei delitti ambientali in ogni procura della repubblica con affiancamento a personale di polizia giudiziaria qualificato sotto il profilo delle tecniche di tutela ambientale.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rapporto Ecomafia 2023, in Veneto quasi 5.800 reati ambientali negli ultimi cinque anni

PadovaOggi è in caricamento