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Dossier Mal'aria, Padova ancora sul podio delle città più inquinate

Peggio fanno solo Torino e Milano. Si trovano tutte già ben oltre il limiti di legge che è di 35 giorni all’anno di sforamenti da polveri sottili

Per quanto riguarda il Pm10, tre delle 13 città analizzate dal Dossier Mal'aria 2022 di Legambiente sono già in codice rosso. Sono Torino, Milano e Padova che si trovano già ben oltre il limiti di legge che è di 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro.

Passi

«L’aria di Padova è fuorilegge consecutivamente da 21 anni, con conseguenze molto gravi per la nostra salute. –  dichiara Lucio Passi esponente Legambiente - .Per combattere lo smog serve riorganizzare la mobilità. Favorire le bici e diffondere la micro mobilità elettrica, rivedere la politica della sosta potenziando i parcheggi scambiatori, avviare la bicipolitana. Mentre aspettiamo le nuove linee tranviarie va potenziato il servizio degli autobus rendendoli più frequenti. Ma l’Ozono si combatte mantenendo ed aumentando il verde, vero depuratore naturale, ma che a Padova scarseggia, soprattutto in centro. Perciò ci battiamo affinchè l'area dell’ex Caserma Prandina sia trasformata in parco».

Legambiente

«Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - .Il preoccupante immobilismo della politica italiana davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico veicolare, ci è costata già una condanna da parte della corte di Giustizia europea. Dopo anni di richiami nessun governo è stato in grado di mettere in atto misure credibili per sanare un problema gravissimo, che ha causato più vittime della pandemia nell’anno 2020 e 2021. È necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda la formulazione di misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi all’utilizzo dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile. Necessaria, soprattutto, un’accelerazione negli investimenti a sostegno del Traporto Pubblico Locale e delle infrastrutture, come tram e ferrovie urbane. Il nuovo governo ha dunque un importante sfida di fronte a sé: avviare la transizione green della mobilità del Paese, adottando le linee guida del Mims». «È stato un errore allentare le misure antinquinamento negli anni della pandemia. La ripartenza si preannuncia peggiore - aggiunge Andrea Poggio, responsabile Mobilità di Legambiente - .Tornano finalmente in alcune città i limiti alla circolazione per i veicoli più inquinanti - come i diesel Euro4, o, a Milano, gli Euro5 - vecchi, comunque, di 12 anni i primi e tra i 7 e gli 11 i secondi. Ma la sfida per le città italiane sarà l’incremento dell’offerta di servizi di trasporto pubblico e di mobilità condivisa elettrica per tutti, anche per chi abita in periferia. In Italia abbiamo più auto che patenti, con un quarto delle metropolitane, dei tram e dei bus elettrici d’Europa. Colmare questo divario sarà il compito delle 9 città italiane che aderiscono all’obiettivo ‘Carbon Neutral’ al 2030, condiviso con 100 città europee. Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Bergamo, Padova, Parma, Prato non possono fallire, sono la nostra avanguardia».

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