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«Perdonare Filippo? Non sono ancora pronto e forse non lo sarò mai»

Ieri sera 2 aprile nella sala civica Sandro Pertini di Saonara, Gino Cecchettin ha presentato ad una platea di un centinaio di persone il suo libro "Cara Giulia" soffermandosi sugli insegnamenti che la figlia gli ha donato nell'arco della sua breve vita

«Perdonare Filippo? Sono riuscito con un grande lavoro interiore a non provare i sentimenti dell'odio e della rabbia, ma ad oggi sono ancora lontano dal provare il desiderio di perdonarlo. Questo passaggio significherebbe abbracciarlo e dirgli che è tutto passato. Ebbene, penso sia umanamente impossibile, almeno per me. Mi ha tolto una delle gioie più importanti della mia vita». Davanti ad un centinaio di persone che ieri 2 aprile hanno affollato la sala civica Sandro Pertini di Saonara, Gino Cecchettin ha risposto così a chi gli ha chiesto se è pronto a perdonare l'assassino di sua figlia Giulia. E' stato un incontro molto coinvolgente quello che si è sviluppato nella terra dove tra l'altro sono sepolti oltre a Giulia anche la moglie di Gino. Il papà coraggio ha illustrato il senso del suo libro da poco uscito "Cara Giulia" facendo anche un passaggio sulle inevitabili critiche che lo ha anno raggiunto negli ultimi mesi: «C'è chi dice che non vivo il lutto come dovrei, che dovrei piangere dal mattino alla sera e rimanere isolato dal mondo dopo quello che mi è accaduto. Penso che sia tutto sbagliato. Giulia non lo vorrebbe. La mia missione è quella di far crescere al meglio delle mie possibilità i due figli che mi sono rimasti e lanciare ogni giorno al mondo un messaggio di speranza per tutte le donne, affinchè la morte di Giulia non risulti vana».

Una folla attenta ha ascoltato le parole del papà di Giulia

Avanti nel nome di Giulia

«Non sono una persona insensibile, vivo le mie sofferenze, ma cerco sempre di trarne un insegnamento. Tutti i giorni spendo almeno trenta minuti del mio tempo a guardare le sue fotografie e quelle della sua mamma, visto che nel giro di poco tempo sono stati due i lutti che mi hanno colpito. Un passaggio sul quale mi sento un uomo migliore dopo quello che mi è capitato a novembre è rappresentato dall'amore che mi è nato nei confronti del prossimo. Prima pensavo che fare volontariato fosse tempo perso, tempo tolto alla mia vita che già è breve. Ora, ricordando Giulia penso che l'aiutare chi è in difficoltà sia l'essenza per pulire il nostro animo, renderlo migliore ed è su questa linea che desidero improntare la mia vita». Ha chiuso con il suo vero desiderio: «Se solo una donna, nel leggere questo libro capirà quando è il momento di chiedere aiuto, di cambiare strada, di allontanarsi da una relazione malata e si salverà, ecco, allora significherà che avrò fatto un buon lavoro. La libertà è un diritto che ognuno di noi dovrebbe avere, Giulia l'ha persa, spero che altre donne riescano a trovarla. Non sono le donne che devono combattere una guerra contro i femminicidi, è l'intera società che deve cambiare modo di agire, di pensare di comportarsi. Sono convinto che tutti insieme possiamo farcela». All'evento, nelle vesti di padrone di casa ha partecipato il sindaco Michela Lazzaro, circondata dai suoi più stretti collaboratori che fin da subito ha fornito a papà giunto tutto il supporto pratico e psicologico per superare un momento così devastante, rappresentato dalla tragica morte di una figlia. 

Gino Cecchettin Giulia Cecchettin

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