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Autovelox, il sindaco Schiesaro si costituisce parte civile nel processo: «E' ora della verità»

Era stato lui al centro delle polemiche quando sono scattate migliaia di multe, ma poi nel tritacarne ci è finito il comandante della polizia locale che ora sarà processato

«Il Pm evidenzia che siano stati consegnati nelle mie mani, dopo ripetute mie richieste, atti falsi spacciati per veri, elaborati per giustificare l’installazione degli apparecchi: una condotta mossa nei miei confronti, in quanto non ho ceduto alle pressioni da parte dell’ ex agente Moro che chiedeva la promozione per poi avere benefici sulla pensione. Nell’atto di notifica che ho ricevuto, mi viene chiesto, sia in qualità di sindaco pro tempore del Comune di Cadoneghe, sia come Marco Schiesaro, di comparire all’udienza del prossimo 4 marzo, dove mi costituirò parte civile per chiedere il risarcimento dei danni in qualità di parte offesa». La vicenda dell'autovelox a Cadoneghe, che aveva fatto scattare oltre 60 mila multe e sembrava aver "rovinato" la carriera politica di Marco Schiesaro, adesso potrebbe invece essere il suo cavallo di battaglia per la prossima campagna elettorale. Il sindaco ha infatto deciso di costituirsi parte civile nella vicenda e nel processo nei confronti dell'ex comandante della polizia locale Giampietro Moro e di un agente.

Le parole di Schiesaro

«Il rinvio a giudizio segna un punto fermo e di non ritorno di tutta questa incresciosa vicenda, scoppiata nell’agosto dello scorso anno, e che ho vissuto in prima persona insieme alle migliaia di cittadini multati - sostiene Schiesaro - .In questi mesi sono stato attaccato, minacciato, insultato, additato come responsabile e accusato di sapere tutto e di non voler dare risposte. Purtroppo non potevo parlare, essendoci un’indagine in corso. Pur sapendo cos’era accaduto alla mie spalle, e cos’era stato architettato, non potevo dire nulla. Il sindaco non si è mai sottratto alle sue responsabilità, ma è stato il motore di tutta l’indagine grazie alla denuncia che ho fatto alla Procura non appena ho avuto la conferma dell’esistenza della macchinazione ai miei danni. Ora, con la facoltà di costituirmi parte civile, in qualità di rappresentante pubblico dell’ente, ma anche come persona offesa, chiederò i danni all’immagine del Comune e alla mia persona scaturita da questa condotta illecita. Come amministrazione comunale, a carico dei due imputati sono già state avviate le istruttorie per le contestazioni disciplinari. Desidero, infine, ringraziare l’operato degli inquirenti, della Procura e dei Carabinieri, ma anche di chi ha fin da subito creduto nel mio impegno e nella mia serietà, i miei collaboratori e colleghi amministratori, la mia famiglia e infine alla parte sana dei dipendenti che hanno collaborato perché senza il loro aiuto non avrei mai potuto sapere cos’era stato commesso»

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