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"Libertà=Antifascismo": studenti e professori del Tito Livio firmano lo striscione

Inoltre, i rappresentanti degli studenti del liceo cittadino hanno scritto una lettera indirizzata a tutte le scuole: «Dateci la certezza che la lotta al fascismo non si è ridotta ad un mero aggettivo, ma rimane sempre e comunque un principio fondante per il nostro Paese»

Oggi, lunedì 6 marzo i rappresentanti degli studenti del Liceo Tito Livio di Padova hanno proposto un’iniziativa in risposta ai fatti accaduti sabato 4, quando di fronte alla scuola si erano presentati dei manifestanti affiliati a “Blocco Studentesco” con uno striscione che riportava queste parole: ”La scuola non è antifascista, è libera”. Gli studenti del Tito Livio hanno preso le distanze da questa affermazione con uno striscione firmato da alunni e professori in cui dichiarano che la scuola è libera proprio perché antifascista. 

Lettera

Inoltre, i rappresentanti hanno scritto una lettera indirizzata a tutte le scuole nella quale ancora una volta dichiarano la scuola antifascista. Di seguito riportiamo la lettera: 

"Cari studenti e studentesse del Tito Livio e di tutti gli altri istituti di Padova e d’Italia. Come è giunto all’attenzione della cronaca, il giorno sabato 4 marzo davanti ai cancelli della nostra scuola si è tenuta una manifestazione fascista organizzata da un manipolo di affiliati a “Blocco Studentesco”. Inutile dirvi con quanto rammarico e indignazione noi rappresentanti e studenti abbiamo assistito a questa inaccettabile provocazione verso il sentimento democratico, così importante al Tito Livio come in qualsiasi altra comunità. Nel nostro ambiente scolastico, il dialogo libero e costruttivo è sempre stato presente, anche tra studenti con diverse visioni e ideologie politiche. Parimenti, è da sempre presente un totale rifiuto delle idee neofasciste e dei gruppi che diffondono tali pensieri politici e sociali. Ci sembra fondamentale quindi, in questo momento, sottolineare il nostro distacco da quanto è stato affermato. “La scuola non è antifascista, è libera” recitava lo striscione innalzato dai manifestanti, e la rabbia che abbiamo provato leggendo queste parole è difficile da descrivere. L’antifascismo è un valore fondante della nostra Costituzione e dovrebbe essere sentimento comune a tutte le organizzazioni politiche e dello Stato, cifra comune di tutta l’Italia, che sull’antifascismo stesso ha fondato la sua Repubblica. La nostra Costituzione, nella XII delle “Disposizioni Transitorie e Finali”, si dichiara esplicitamente antifascista e oltre ai principi su cui si basa la nostra stessa Costituzione, anche il nostro codice penale dà delle chiare linee guida: “È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.” afferma la Legge Mancino. Perciò celebrare il fascismo, o non condannarlo, è anti democratico. La libertà della scuola, quella che dovrebbe unire tutti, indistintamente dalle posizioni politiche e le idee personali, e che dovrebbe essere fondamento della nostra morale collettiva, coincide con l’antifascismo. Sostenere il contrario promuove un sentimento di discriminazione, non di libertà. Con questa lettera vogliamo unirci a voi come rappresentanti, come studenti, come cittadini per affermare che la nostra scuola è antifascista e per questo libera e unita. Non chiediamo solo il rispetto delle leggi e della democrazia, ma anche che la nostra scuola non sia associata in alcun modo a questi gruppi, portatori di un'ideologia che vuole limitare la libertà altrui e allo stesso tempo pretende uno spazio sempre più ampio di espressione delle sue idee anti democratiche e anti libertarie. In conclusione, ci auguriamo con la massima speranza che questo comunicato non cada inascoltato, ma sia raccolto invece da molti altri istituti, organizzazioni e dalle istituzioni. La scuola, in quanto statale, e per questo basata sulle idee di democrazia e antifascismo, è democratica e antifascista; di conseguenza dunque è libera. Dateci la certezza che la lotta al fascismo non si è ridotta ad un mero aggettivo, ma rimane sempre e comunque un principio fondante per il nostro Paese"

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