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Questione tram, Bertin: «Serve una riflessione trasparente e oggettiva per il bene di Padova»

Il presidente di Ascom Padova dice la sua sull'argomento della settimana: «Non ho certezze, e mi piacerebbe che anche tutti gli attori che sono in ballo si disponessero nei confronti del problema con analogo atteggiamento»

«Le schermaglie della politica politicante non mi interessano. Mi interessa di più la città, chi ci vive, chi ci lavora e chi viene a visitarla». Il presidente della Confcommercio padovana, Patrizio Bertin, affronta la questione del tram e, più in generale, del trasporto pubblico padovano, ma con un atteggiamento che è quello di chi vuol capire più che di quello che ha tutte le soluzioni in tasca.

«Una riflessione va fatta»

Lo fa in un comunicato diramato dall'Ascom, in cui afferma: «Lo dico subito: io non ho certezze, e mi piacerebbe che anche tutti gli attori che sono in ballo si disponessero nei confronti del problema con analogo atteggiamento. Di sicuro una riflessione va fatta». Alla domanda che in questi giorni la città si fa e che, puntualmente, riceve risposte "di bandiera", ovvero se continuare con questo tram o virare sui bus elettrici, non sembrano esserci risposte preconfezionate: «In Europa - continua Bertin - per una città come Vienna che fa affidamento su tram e metro, si contrappongono Madrid e Copenaghen che il tram nemmeno sanno cosa sia ma hanno una efficiente metropolitana che fa sì che a Madrid l'uso della bicicletta sia praticamente inesistente. Questo per dire che le soluzioni possono essere molteplici e che una soluzione standard, valevole per tutti, non solo non esiste ma non è nemmeno auspicabile».

Il suggerimento

Il suggerimento del presidente dell'Ascom Confcommercio è semplice: «Se tutti abbiamo a cuore lo sviluppo sostenibile della città non vedo perchè ci si debba sempre e comunque contrapporre su base partitica. Io credo che una prima cosa da fare (e su questo dovrebbero impegnarsi sia l'amministrazione che chi sta al governo) sarebbe "blindare" il finanziamento statale concedendolo a Padova indipendentemente da come verrà poi utilizzato altrimenti è chiaro che la sua destinazione univoca nei confronti del tram ne condiziona anche le scelte. In secondo luogo si veda se il proseguimento sulla strada della rotaia risulti essere la soluzione più vantaggiosa, più economica, più funzionale, o se autobus elettrici di ultima generazione potrebbero svolgere analogo servizio con minori costi e maggiore fruibilità». Bertin non si nasconde che le due opzioni non hanno impatti analoghi. «Da presidente di un'organizzazione che rappresenta il comparto terziario che in città è quasi totalitario non posso trascurare le preoccupazioni che mi vengono rappresentate dagli operatori che insistono sul tragitto delle nuove linee del tram come risultano da progetto così come sono sensibile alle preoccupazioni di chi vede come il fumo negli occhi la soppressione delle rotatorie lungo il percorso, l'abbattimento degli alberi nei viali interessati, il ridimensionamento del parco Iris. Però dico anche: se la prospettiva è un miglioramento del trasporto pubblico e i costi sono sopportabili i sacrifici possono essere accettabili, ma se la scelta finisce per penalizzare le attività, l'ambiente e la mobilità del mezzo privato allora chiedo che il confronto sia basato sull'assoluta trasparenza e oggettività dei dati e non sul partito preso di chi si schiera, a prescindere, nell'uno o nell'altro campo».

Il dubbio

Pragmatismo e senso di responsabilità, insomma. Anche se al presidente dell'Ascom Confcommercio un dubbio di fondo resta: «I recenti interventi su corso Milano e quello in divenire su via Dantemi fanno temere che l'obiettivo finale sia quello di mettere fuori gioco il mezzo privato. È un'ipotesi che contrastiamo decisamente e che, nella valutazione tra il tram e gli autobus elettrici, non vorrei fosse un elemento "di disturbo". Se così fosse, ma non ho motivo per crederlo, il dibattito, che noi auspichiamo libero da condizionamenti, sarebbe alquanto inquinato».

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