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Il senato accademico del Bo stanzia 250 mila euro per il contrasto alla violenza di genere

Gli studenti: «Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, la marea di persone scese in piazza in tutta Italia e il rumore di un’intera generazione, nel dibattito pubblico si è imposta una riflessione collettiva sul patriarcato e la cultura dello stupro»

Il Senato Accademico durante la seduta di oggi, 12 marzo, ha approvato lo stanziamento di 250mila euro per il contrasto alla violenza di genere, finanziamento che si concretizzerà in uno sportello di ascolto anti-molestia e progetti formativi. «Oggi il Senato ha approvato all’unanimità lo stanziamento di 250 mila euro per il contrasto alla violenza di genere. Dopo mesi di incontri con la Governance, l’approvazione di questo progetto impegna l’ateneo nel fare la sua parte per un sistema educativo che vada oltre la sola didattica, diventando motore di cambiamento per una società più giusta, in cui violenza e discriminazioni non trovino spazio - dichiara Emma Ruzzon, Senatrice Accademica Unipd con Udu Padova - Lo scorso novembre abbiamo consegnato alla Rettrice il nostro manifesto di richieste per un’università sicura, oggi posiamo le basi per la realizzazione di uno sportello d’ascolto di contrasto alla violenza e progetti di educazione all’affettività all’interno del nostro ateneo e nelle scuole superiori. Durante la seduta del Senato di oggi eravamo in presidio sotto il Bo perchè questa non è una vittoria solo per l’UDU Padova e la rappresentanza, ma per tutta la comunità studentesca e accademica».

Giulia Cecchettin

«Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, la marea di persone scese in piazza in tutta Italia e il rumore di un’intera generazione, nel dibattito pubblico si è imposta una riflessione collettiva sul patriarcato e la cultura dello stupro - aggiunge Teresa Cozzi - .Che questo dibattito sia arrivato anche all’interno dei luoghi del sapere è fondamentale, perché è proprio da qui che deve partire il cambiamento culturale. Usciamo dal Senato Accademico di oggi con la consapevolezza di aver messo le basi per un ateneo più sicuro, inclusivo e in grado di dotarsi degli strumenti necessari per contrastare la violenza di genere. Il nostro lavoro non finirà qua, continueremo a chiedere percorsi di educazione affettiva e al consenso obbligatori per tutta la comunità accademica».

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