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Martedì, 30 Aprile 2024
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Laurea Giulia Cecchettin, Luca Zaia: «Continuiamo a pronunciarne il nome, per non dimenticare»

Il messaggio scritto dal presidente della Regione: «Oggi Giulia riacquista di nuovo la sua voce, quello che le è stata portata via in modo crudele, attraverso il ricordo dei suoi cari, le parole scritte nella sua tesi, il lavoro di studio compiuto e la proclamazione»

Assente alla cerimonia, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha inviato una lettera:

«Magnifica Rettrice Mapelli, ringraziandoLa per l’invito alla cerimonia di conferimento della Laurea in Ingegneria Biomedica alla memoria di Giulia Cecchettin, non potendo partecipare a causa di concomitanti impegni istituzionali, affido a queste righe alcune mie riflessioni, pregandoLa per il Suo gentile tramite di farLe giungere al papà Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide Cecchettin e a tutti i familiari. Oggi è un giorno importante. Lo sarebbe stato molto per Giulia Cecchettin, un momento molto atteso che avrebbe coronato un percorso di studi affrontato con impegno e passione, la stessa che questa giovane donna metteva in tutte le cose che faceva, pronta a spiccare il volo verso il suo futuro, libera di fare le sue scelte di vita, se non fosse stata vittima di femminicidio. Da tutto questo dolore è nato un seme, quello di una maggiore consapevolezza dei cittadini, adulti e giovani, su questi temi, un movimento spontaneo per far sentire ancora le voci di queste donne uccise, per impegnarsi a cambiare un mondo che si definisce civile ma che di fronte a ciò dimostra il contrario. Per evitare che altre donne subiscano una tale violenza, si deve lavorare insieme contro ogni forma di violenza fisica, psicologica e anche economica. In questo giorno, Giulia riacquista di nuovo la sua voce, quello che le è stata portata via in modo crudele, attraverso il ricordo dei suoi cari, le parole scritte nella sua tesi, il lavoro di studio compiuto, la stessa proclamazione, Giulia è tra noi, è qui per essere proclamata ad alta voce Dottore in Ingegneria Biomedica. Bisogna continuare a pronunciare il suo nome e quello delle molte “Giulia e Vanessa”, per non dimenticare, per restituire la dignità e il coraggio alle donne vittime di violenza. Oggi è anche l’occasione per riflettere sulla parità di genere, sulla necessità a tutti i livelli della società di un cambiamento, di rispetto e di collaborazione su questi temi. Questa è una questione di civiltà, cui tutti siamo chiamati con il nostro contributo a rendere possibile partendo dall’educazione in famiglia, dalla scuola e dal mondo del lavoro. Ringraziando l’Università degli Studi di Padova, la Rettrice e i docenti per aver reso possibile questo atto dovuto, rivolgo un sincero e cordiale saluto ai familiari di Giulia Cecchettin e a tutti i presenti».

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