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CRISI ECONOMICA

Gli albergatori chiedono un tavolo di confronto per ridurre Imu e Tari

La richiesta è basata sulla valutazione del reale andamento della stagione turistica e con l’obiettivo di individuare le migliori soluzioni per dare supporto al sistema impresa

Sono accorate le lettere che Monica Soranzo ed Emanuele Boaretto, rispettivamente presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio e Federalberghi Terme Abano Montegrotto hanno inviato ai sindaci del sistema turistico locale e dell’area termale a dimostrazione che la situazione dell’hotellerie padovana, dopo due anni di pandemia, è alle corde.

I numeri

E i numeri dell’osservatorio turistico regionale, che Soranzo e Boaretto citano in apertura delle rispettive missive, sono lì a testimoniarlo. Se infatti, per i comuni padovani “extraterme” il 2020 si era chiuso con 1.016.500 presenze segnando una perdita del 55,63% rispetto al dato del 2019 (2.288.693) e se per l’area termale il 2020 aveva registrato 1.120.962 presenze con un calo del 65,48% rispetto al 2019 quando le presenze erano state 3.247.292, il 2021 si è concluso per tutta la provincia (sempre terme escluse) con circa 1,4 milioni di presenze (dato di stima, in considerazione che il sistema statistico regionale per ora registra 1.200.000 presenze al 31 ottobre 2021), segnando una riduzione di circa il 39,8%, mentre per le terme si dovrebbero raggiungere, stanti presenze per 1.638.435 ad ottobre, i 2 milioni complessivi a fine anno con un calo del 38,5%.

Il tavolo

Da qui la richiesta di attivazione urgente di un tavolo di confronto, basato sulla valutazione del reale andamento della stagione turistica e con l’obiettivo di individuare le migliori soluzioni per dare supporto, assieme alle associazioni di categoria, al sistema impresa. In particolare, Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio e Federalberghi Terme Abano Montegrotto chiedono di valutare per il prossimo biennio la possibilità di sospendere/rimodulare l’Imposta Unica Comunale; la possibilità di sospendere/rimodulare la quota Imu in capo al Comune (là dove esiste); la rimodulazione della Tari in base al servizio di asporto e pulizia effettivamente reso, questo in osservanza della Direttiva della Comunità Europea – chi inquina paga. La palla, adesso, è nel campo delle amministrazioni locali.

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