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Comuni del Padovano, San Pietro Viminario: origine del nome e alcune curiosità

San Pietro Viminario (San Piero in veneto) è un comune italiano di 3 039 abitanti[2] della provincia di Padova in Veneto, situato a circa 23 chilometri a sud dal capoluogo provinciale. E' chiamato così per la chiesa dedicata a San Pietro e perché un tempo era famoso per la lavorazione del vimine. 

Vanzo, frazione di San Pietro Viminario, è un piccolo paese della provincia di Padova, che dista da questa circa 25 Km.
In origine il nome era Vanzo Salcai, tale denominazione deriva dalla caratteristica paludosa del territorio con la presenza di salici (“vimini” da cui la denominazione del comune “Viminario”). Marino Sanudo nel suo itinerario del 1483 afferma:”…qui poco lontan (da Monselice) è la Villa di Avanzo et sono atorno valli…”. Dai documenti relativi ad una visita vescovile del 1882 risulta che Simone Paltanieri, cardinale verso la metà del secolo XIII, fondò qui la chiesa parrocchiale di San Matteo. Questa chiesa, che contiene numerose caratteristiche architettoniche delle chiese romaniche, è un’importante testimonianza storica del paese oltre logicamente alla villa Giustiniani.


Villa Giustiniani

Nel XVI secolo Venezia, che era vissuta sul mare ed al mare riservava ogni suo interesse, cominciò ad estendere il proprio dominio in terraferma. Questa espansione diede origine al fenomeno di costume tipicamente veneto che è la “civiltà delle ville” : un fenomeno al quale siamo debitori di un patrimonio d’arte unico nel suo genere. Iniziò quindi una vera e propria gara tra le molte famiglie patrizie veneziane nel costruirsi delle sontuose residenze dove poter soggiornare godendo le molte bellezze naturali. Anche la famiglia Giustiniani, grazie alla sua origine imperiale, all’appartenenza al patriziato veneto ed alla antica e gloriosa tradizione si fece costruire una villa nella campagna veneta, in provincia di Padova, nella seconda metà del XVII secolo. Ad una cinquantina di metri dalla chiesa di San Matteo, nella via che prende nome da tale chiesa, si trova il cancello dell’entrata principale di Villa Giustinian(i). Questa villa presenta un impianto molto particolare a forma di T; la parte trasversale, la più lunga, venne eretta nella seconda metà del quattrocento ed è costituita da un corpo centrale molto sobrio a tre piani con ai lati due barchesse, adibite, sino a pochi anni fa, ad uso agricolo. L’impianto tipologico della parte centrale rispecchia le tendenze generali delle ville venete essendo costituito da un salone centrale e da quattro sale poste nei quattro angoli.
Secondo Andrea Gloria, nel 1747 in questo corpo di villa alloggia il cardinale Rezzonico (eletto nel 1758 papa con il nome di Clemente XIII), durante la visita pastorale all’oratorio privato dedicato alla Sacra Famiglia. Una lapide sulla facciata ricorda l’importante evento. Nella seconda metà del seicento, pare per volere del doge Marcantonio Giustiniani, venne effettuato un ampliamento del complesso con la realizzazione di un corpo “in stile palladiano” in quanto ci fu l’esigenza di dotare la villa di una entrata di rappresentanza per accogliere gli ospiti. Fu infatti creato un viale alberato, originariamente di platani, citato nel 1797 come “stradon”, ora sostituiti da tigli a causa di una malattia che circa venti anni fa causò la morte dei platani secolari, malattia che ha mietuto migliaia di platani e non solo nel Veneto. Il viale lungo circa trecento metri, a circa cento metri dalla facciata si apre in doppia fila a ferro di cavallo.La facciata presenta alcune caratteristiche architettoniche tipiche delle ville palladiane; ad esempio, per quanto riguarda le quattro colonne doriche ad ordine gigante, esse fanno parte del modello di colonne incassate presenti in numerosi capolavori del Palladio, basti pensare al Palazzo della Ragione a Vicenza. Un’altra caratteristica qui contenuta, che peraltro ricorre molto spesso nelle ville progettate dall’architetto vicentino, è il timpano triangolare, supportato dalle colonne, al centro del quale fu inserito lo stemma araldico della casata. Altri elementi architettonici di una certa importanza sono le cinque guglie a forma piramidale, disposte sulla linea del tetto, con una evidente funzione decorativa e di richiamo visivo per l’edificio sottostante. Le due guglie laterali erano e sono ancora oggi utilizzate come camini. Il numero di cinque guglie sta a significare l’esistenza nella famiglia Giustiniani di un Doge. In effetti la famiglia Giustiniani ha dato due Dogi alla Repubblica di Venezia: Giustiniano Partecipazio (Doge di Venezia dal 819 al 829) e Marcantonio (Doge di Venezia dal 1684 al 1688).

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