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Le leggende: la sirena del lago di Lispida

Manfredo dei Monticelli era un giovane conte, che sebbene avesse solo venticinque anni era da tempo molto malato nelle membra. La notte di San Giovanni, non potendo trovare pace, si recò fin sulle sponde del lago di Lispida, a meditare sulle sue sfortune. “Sono tutti felici, tranne me!”, si ritrovò a dire di fronte alle acque. Il giovane nobile già stava pensando di gettarsi tra le buie onde del lago, e porre così fine ai suoi supplizi, quando una ragazza dal bellissimo volto emerse dal lago, e lo interrogò: “perché sei infelice, se tutto è così bello?”.

Lago di Lispida

Il giovane, superato il primo momento di smarrimento, e completamente catturato dalla bellezza di quello sguardo, spiegò alla ragazza come nelle sue giunture corresse il gelo. La donna non disse nulla, ma sparì nelle nere acque del lago, mostrando una coda di pesce. Era infatti una sirena. Quando riemerse, teneva in mano del fango nero, bollente, col quale coprì il corpo di Manfredo; poi si mise a cantare, e assieme alle membra il giovane sentì anche il cuore andargli in fiamme. Il conte, guarito, giurò il suo amore eterno alla sirena, da essa ricambiato. I due si videro per alcune notti finché lei si recò a Venezia, da una maga, per chiedere consiglio. Fu scoperta però dal re dei fauni, che in segno di castigo per aver tradito le sue genti la condannò a essere donna. Quale dolce supplizio! Ma la sirena non aveva un’anima… vagò così a lungo cercando di procurarsene una, finché capitò un giorno nella chiesa del Santo. Pregò con tutto il suo fervore, finché una voce le disse: “Va in pace. Baciandoti, il tuo amato ti darà metà della sua anima”. Così avvenne e i giovani, due corpi e un’anima sola, vissero felici. Da allora, poi, i fanghi degli Euganei iniziarono a ridare a molti la salute. E nella notte di San Giovanni sono in molti a giurare che dal fondo del lago si senta ancora il canto felice della sirena.

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