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Giovedì, 25 Aprile 2024
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MERICORDO. Quando la tv arrivò anche a Padova

di Gianni Trivellato - Dalla presentazione in anteprima alla Fiera campionaria, all'approdo nei bar sotto casa. La ressa per assistere al mitico "Lascia o raddoppia" o ai Beatles in diretta

Mia figlia felicemente accoppiata con un bravo e simpatico giovanotto, perfettamente in sintonia con il suo ''lui'', nella sua nuova casa ha deciso di mettere al bando la televisione. Convinta, sempre d'accordo con il compagno, che la tv tolga quasi ogni spazio alla conversazione e all'intimità famigliare. Così, parlando e discutendo di questa scelta, come sovente mi succede, sono andato indietro nel tempo, quando il venti o trentadue pollici potevano al massimo essere riconosciuti come le dita di un pauroso e gigantesco mostro di qualche favola scandinava.

LA TV ALLA FIERA CAMPIONARIA. Da ragazzino (siamo agli inizi degli anni Cinquanta), avendo uno zio segretario dell'Ente Fiera, ero un assiduo frequentatore e visitatore della Campionaria padovana, che allora veniva inaugurata il primo giugno e si protraeva fino al 13, festa di Sant'Antonio. E ricordo molto bene che, visitando un padiglione riservato alla telefonia e alla radiofonia, giunsi in un angolo dove troneggiavano una mezza dozzina di strani (per allora) apparecchi che avevano sul davanti una sorta di specchio. E da questo specchio in due di questi apparecchi si sprigionava una luce intermittente che non si capiva bene a cosa diavolo servisse.

L'INCREDULITÀ. ''Molto presto - spiegò un gentile signore che stava nel box - questi apparecchi irradieranno delle immagini che potranno giungere anche qui a Padova, come in molta parte d'Italia, preparate e mandate in onda da Milano o da Roma. Questo mezzo di comunicazione è già diffuso da molti anni in America e si chiama televisione''. Accanto a me c'era un gruppetto di persone, incredule come del resto lo ero anch'io per quanto il gentile signore ci aveva detto. E non mancarono i commenti, in genere piuttosto scettici. In particolare uno dei visitatori disse, con un sorrisetto a metà tra il sarcastico e lo spazientito, che mai e poi mai una simile trasmissione di immagini sarebbe stata possibile. ''Si tratta - aggiunse - di una delle tante americanate con la quale vogliono farci credere che noi siamo un paese di sottosviluppati. Loro si sentono i padroni del mondo e fanno sempre i gradassi. Come quando, con i camion e i carri armati che sfilavano per le vie della nostra città nei giorni della Liberazione, dispensavano cioccolata e biscotti alla gente che era ai lati delle strade. Ma chi volete che possa credere a questa nuova diavoleria cosiddetta televisione!''.

LA TV AL BAR SOTTOCASA. Qualche anno dopo, eravamo nel 1954, la Rai inaugurò i suoi primi programmi. Trasmetteva dal tardo pomeriggio fino alla mezzanotte, ovviamente su un unico canale. E la prima trasmissione di successo fu quella condotta dal mitico Mike Bongiorno, chiamata ''Lascia o Raddoppia''. Ebbe un gradimento clamoroso, al punto che intere famiglie la sera dello spettacolo (mi pare fosse il giovedì) si trasferivano da casa nei bar portando con sè perfino le sedie e pagando unicamente la consumazione. Io in quegli anni abitavo in via del Santo, e sotto casa c'era un bar molto grande, uno dei primi luoghi pubblici ad avere la televisione. Una sera di maggio la Rai mandò in onda una trasmissione, in diretta, con i Beatles. Per l'occasione il bar tracimò letteralmente di gente che per vedere qualcosa si era riversata sotto il portico e in strada, creando addirittura problemi al traffico. Oggi, nell'era dei telefonini e delle comunicazioni on line, queste son cose che fan sorridere...

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