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A cura di Federica Scandolo

Studenti e kebab, una scorciatoia alimentare multietnica

Anche se non appartiene alla nostra tradizione, il kebab, fa sicuramente parte della nostra quotidianità. Si tratta di una delle scorciatoie alimentari più amate dagli studenti padovani, perché è buono, sostanzioso e costa poco; mangiarlo in strada, mentre si cammina, oppure seduti sotto i portici, è un’abitudine irrinunciabile e assolutamente normale. Eppure, la clientela italiana non ha un’immagine chiara del kebab e della sua multiculturalità.

Per risalire alle sue origini bisogna, innanzitutto, ruotare lo spiedo orizzontalmente e vederlo girare su un piccolo fuoco di sterpaglie. Immaginate un accampamento nel deserto, illuminato dalla luce della fiamma che lentamente cuoce lo spiedo di montone. A mano a mano che la carne si cuoce, si procede a mangiare la parte più abbrustolita.

La tradizione turca e la logica fast della metropoli occidentale si mescolano. Spostandoci nella Istanbul dell’Ottocento, il kebap si capovolge verticalmente: il grasso della carne scivola lungo lo spiedo rendendolo più morbido. La versione nella piadina o nel panino, come la conosciamo noi, nasce a Berlino, dove, grazie all’immigrazione turca, si diffonde il "döner", dal tedesco “che gira”.

Non abbiamo nemmeno la minima idea di quanti tipi di kebap esistano in Turchia, dove viene tradizionalmente servito su un piatto, come un arrosto contornato da verdure e salse. Moltissime sono le versioni di questa ricetta, diffusa in tutto il Medioriente, come moltissimi sono i popoli che la rivisitano. In arabo non esiste la lettera “p”, dunque il termine turco, diventa kebab, e data la maggior diffusione dell’influsso arabo in Italia, noi lo conosciamo così.

Padova, malgrado il forte legame con l'identità territoriale e il conservatorismo politico, ospita numerosi kebab. Oggi è facile cadere negli stereotipi che ci allontanano da tutto ciò che è straniero, diverso, arabo. Nonostante ciò, questo cibo così lontano, ma allo stesso tempo vicino, è ancora in grado di unire culture diverse. Comprenderne la valenza multiculturale è importante per dare il giusto peso a ciò che ci circonda. 

Spunti: “Cibo, cultura, identità”, a cura di Federico Neresini e Valentina Rettore, 2008.

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