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Venerdì, 19 Aprile 2024
Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Comuni del Padovano, Megliadino San Vitale: origine del nome ed alcune curiosità

Megliadino S.Vitale, oggi, è un piccolo comune della provincia di Padova, a circa 40 chilometri a sud-ovest del capoluogo, in una zona di pianura vicino alla sponda sinistra dell'Adige. Il nome San Vitale deriva da quello della prima chiesa costruita nel territorio del comune e, forse, dell'interno mandamento di Montagnana.  Alla fine del secolo scorso, con l'installazione delle pompe idrovore, la bonifica delle valli di Megliadino fu completata e il territorio interamente utilizzato per l'agricoltura. Oggi il paese conta all'incirca 2000 abitanti e le attività principali sono costituite dall'artigianato del legno, dalle maglierie, dal terziario e in minima parte l'agricoltura. La trasformazione di Megliadino da semplice centro agricolo a sede di numerose attività che spaziano dall'agricoltura al terziario, passando per l'artigianato è testimoniata dalla presenza della nuova zona industriale, centro attivo e dinamico delle attività produttive del Comune.

Le origini romane
Megliadino San Vitale un tempo faceva parte di una zona ben più vasta chiamata soltanto Megliadino che comprendeva Megliadino San Vitale e San Fidenzio, S.Margherita D'Adige e alcuni altri territori. Il nome Megliadino è di origine romana, anche se non è chiara la sua derivazione.Questa terra era dunque abitata e coltivata fin da quell'epoca, come testimoniano i nomi di alcune vie e alcune lapidi con iscrizioni latine, trovate in varie zone.

Le invasioni barbariche
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente anche Megliadino venne invaso dai barbari e successivamente conquistato dai Bizantini nel 553. 
Nel 563 l'Italia passò sotto il dominio dei Longobardi. La zona fu sede di un duro scontro, anche culturale, fra i Longobardi e i Bizantini.
La presenza militare e religiosa di Bisanzio è segnata dalla costruzione di due chiese, quella di San Vitale e quella dell'Anconese, entrambe con chiari legami alla religiosità bizantina. Le invasioni non solo portarono fame e carestie fra la popolazione, ma anche alla scomparsa di quelle autorità capaci di provvedere ai fiumi e alle strade. In breve tempo le pianure fertili si trasformarono in paludi. Megliadino venne annesso alla SCODOSIA o SCULDASCIA, unità amministrativa-militare longobarda di Montagnana. Ai longobardi si sostituirono più tardi i Franchi di Carlo Magno, poi passò al Comitato Monselicano e successivamente ai Vescovi di Padova.

L'età comunale
Nel 1200 Megliadino si costituisce comune libero, anche se si mantenne dipendente da Padova, militarmente e ecclesiasticamente. Nel 1238 Ezzelino da Romano sfogò la sua ira sui paesi vicini a Montagnana dopo averla attaccata, fra questi c'era Megliadino.  Nel 1260 S.Margherita d'Adige si staccò da Megliadino, costituendosi comune autonomo. Megliadino subì più volte distruzioni a causa delle guerre fra le signorie vicine, finché nel 1405 non passò sotto il dominio della Repubblica Veneta. In questo periodo Megliadino ha due sole strade e alcuni viottoli, la popolazione vive in case di legno e stame. All'epoca a Megliadino, in muratura esisteva solo un palazzo dei Marchesi d'Este.

Dal '400 alla firma del Trattato di Campoformio (1797)
Megliadino, dopo l'unione con la Repubblica Veneta, divenne produttore di canapa di ottima qualità per gli arsenali veneziani. Nel 1490, Megliadino, si unì alla Magnifica comunità di Montagnana, che era retta da un podestà, prima padovano e poi veneziano. Smise di essere un comune e divenne una Villa. Dopo nove anni Megliadino ritornò autonomo, per ritornare nel 1587, sotto l'ala protettrice di Montagnana. Poco dopo però, sentendosi oggetto di soprusi e angherie da parte della città fece pressione su Venezia per tornare autonoma. Infatti Montagnana, pur riscuotendo dazi e gabelle, non adempiva ai propri doveri, anzi, bonificando le paludi impediva il loro sfruttamento da parte degli abitanti di Megliadino, per il pascolo.
Durante il periodo della dominazione veneziana, che va sino alla fine del '700 si fece più intensa l'attività di trasformazione delle zone vallive al fine di sottrarle al dominio incontrastato delle acque e guadagnarle all'agricoltura. Di importanza fondamentale per la trasformazione del territorio paludoso a Sud del paese, fu la bonifica veneziana realizzata verso la metà del XVI secolo, passata alla storia come "Retratto del Garzon". 
Nel 1796, dopo l'invasione Napoleonica, Megliadino S.Vitale ottenne dal governo giacobino-napoleonico la sospirata autonomia amministrativa.
Nel 1797, col Trattato di Campoformio, aveva fine la Repubblica di Venezia, e tutti i territori che le appartenevano (compreso Megliadino) passarono sotto la dominazione Austriaca.

La dominazione Austriaca
Con l'avvento della dominazione austriaca Megliadino venne diviso in Megliadino San Vitale e in Megliadino San Fidenzio ed entrò a far parte del Regno Italico. Il 1809 rimarrà famoso per la recrudescenza del banditismo anche in Megliadino, fenomeno che verrà debellato con i processi, gli ergastoli e le fucilazioni degli anni 1849-1850. Dal 1815 al 1866 il comune fece parte del Regno Lombardo Veneto sotto la Corona Austriaca, nel 1866 entrò a far parte del Regno d'Italia. Negli ultimi anni dell'800 a Megliadino venne costituita una Società di Mutuo Soccorso. Gli anni successivi all'unificazioni furono anni difficili: i contadini abitavano in case umide e malsane, prive di servizi igienici. Oltre alla diffusione di malattie infettive come vaiolo, difterite,colera, era la pellagra la malattia a diffusione più elevata. Negli ultimi decenni dell'800 cominciarono da Megliadino due flussi migratori distinti, il primo portava intere famiglie a trasferirsi in America definitivamente, il secondo portava uomini validi a trasferirsi in altri paesi europei (Austria,Francia,Prussia) temporaneamente per mantenere la famiglia. Il 28 luglio 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale, che richiamò a Megliadino tutti gli emigrati.

SBANDIERATORI

Ogni anno, a Montagnana (PD), si celebra, il PALIO: una gara tra i dieci comuni dell'antica "Sculdascia" montagnanese.
Durante questa manifestazione competono fra loro dieci fantini in una prova dove abilità, forza ed intelligenza sono doti indispensabili per vincere. Il Palio dei 10 Comuni del Montagnanese è la rievocazione storica di un momento gioioso che illuminò un periodo buio vissuto dalle genti nel XII.
I comuni che si affrontano sono: Megliadino S. Vitale,Casale di Scodosia, Carraresi, Masi, Megliadino S. Fidenzio, Merlara, Montagnana, S. Margherita d’Adige,Urbana.

Ogni comune ha il suo Gruppo di Sbandieratori e Musici che, oltre ad arricchire questa manifestazione, si affrontano ogni anno tra la fine di agosto e l’inizio di settembre in una gara che serve anche a stabilire chi rappresenterà il Palio in occasione dei Campionati nazionali.
Il Palio dei 10 Comuni promuove anche l’organizzazione del Campionato Veneto Sbandieratori che coinvolge una quindicina di gruppi della regione Veneto.

MONUMENTI

Le due chiese di Megliadino sono molto antiche, molti documenti ne testimoniano la presenza già nel 964. Stupisce la presenza di due chiese a così breve distanza, contemporanee e di uguale matrice religiosa, una possibile risposta a ciò è che a quei tempi la zona era confine fra le zone occupate dai bizantine e quelle occupate dai longobardi. Inoltre si ipotizza che le due chiese appartenessero a due confessioni contrastanti fra loro, una bizantina e una romana. chiesa san vitaleIl nome di San Vitale ci dice che la chiesa fu eretta fra il 620 e il 650, sull'esempio della chiesa bizantina a Ravenna. D'altro canto i nomi San Vitale e Anconese sono rintracciabili nella religiosità ravennate. Il campanile odierno è stato inaugurato nel 1911, venne però lasciato in piedi il campanile precedente del 1692, che venne demolito 30 anni fa durante l'ultimo ampliamento. Anche la chiesa di Santa Maria dell'Anconese risale a non oltre il 700. Venne eretta in onore di una Icona (un'immagine sacra), l'Icona come reazione ai movimenti degli Iconoclasti (i distruttori di immagini sacre), in essa è presente una chiara influenza ravennate, come, per esempio, le pareti esterne ornate di pilastri. E' stata costruita con materiali di spoglio, provenienti da capitelli, materiali di costruzioni inutilizzati, materiali di scarto, ecc. Fino al 970 la chiesa era matrice delle chiese vicine, poi nella chiesa di San Tommaso (nell'attuale Megliadino San Fidenzio) arrivarono le spoglie di San Fidenzio, causando anche il cambio del nome della chiesa. Il vescovo decise allora di sostituire alla chiesa di Santa Maria quella di San Fidenzio, per imporre la propria autorità religiosa nella zona, a quei tempi sotto l'autorità del Vescovo di Verona.chiesa anconese La chiesa dell'Anconese allora divenne la cappella di un attiguo convento di suore e rimase tale fino al 1138, (anno in cui Megliadino fu saccheggiata e distrutta) quando le monache, indifese, abbandonarono il convento, che venne demolito e usato, insieme a parti della chiesa come materiale di costruzione per il monastero di Carceri.
Nel 1498 il Vescovo Barozzi visita la chiesa, ridotta in condizioni disastrose e senza rendite. Le lapidi presenti nella chiesa testimoniano un miracolo avvenuto nel 1498, essa venne così ristrutturata per volontà popolare.

La dipendenza di San Vitale da San Fidenzio durò fino al 1683 quando divenne parrocchia.
Nel 1688 il Reverendo Casumaro eseguì lavori rilevanti nella chiesetta dell'Anconese, che aveva solo importanza devozionale.
Attualmente la chiesa di San Vitale è la chiesa di Megliadino, per la Chiesa dell'Anconse è stato progettato un restauro prossimo con il contributo di alcune istituzioni del luogo.

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