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Giovedì, 28 Marzo 2024
Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Comuni del Padovano: San Martino di Lupari, origine del nome ed alcune curiosità

La storia di S. Martino di Lupari è legata alla sua posizione geografica, a metà strada tra il castello di Cittadella e quello di Castelfranco Veneto, avamposti fortificati di Padova l’uno e di Treviso l’altro, che tra XII e XIII secolo furono in perenne conflitto. Nel 1231, in una legge, si fa riferimento al paese come “Luparium”, e nel 1276 come “San Martino a Luparo”. Il toponimo San Martino di Lupari fa riferimento all’animale selvatico che al tempo infestava la zona, cioè illupo, che qui trovava terreni boscosi e selve.

La storia

Durante il periodo medioevale, i  punti nevralgici della vita del borgo erano la Pieve e i luoghi di culto delle vicine frazioni: gli Oratori di San Giorgio (a Monastiero), di San Leonardo (a Lovari) e quello di San Pietro a Campretto. Di quest’ultima località merita una citazione particolare il Castello: eretto una prima volta nel 1024, distrutto nel 1246 e ricostruito nel 1272, è legato alle dispute tra gli Ezzelini e i Camposampiero. L’insediamento più antico è però quello diBorghetto, in cui sono stati rinvenuti reperti di epoca romana. Il comune di San Martino di Lupari fu istituito in epoca napoleonica. Dapprima rientrò nella provincia di Vicenza sotto il distretto di Cittadella, quindi in quella di Padova. La comunità crebbe con rapidità. L’Ottocento portò sviluppo economicononché il b: gli zoccoli di legno qui prodotti erano venduti nei dintorni ad ogni festa. L’industralizzazione, avvenuta alla fine del XIX secolo, portò alla produzione di svariati tipi di beni: dalle pellicce ai mobili, dal legname alle scarpe. Nell’Ottocento, San Martino di Lupari visse una situazione politica singolare: venne letteralmente diviso in due parti. “San Martino in trevisana” rappresentava i 2/3 del paese ed era in territorio trevisano (sotto Castelfranco Veneto), mentre “San Martino in padovana”, costituito da 1/3 dell’abitato, era parte del territorio di Padova (faceva capo a Cittadella). La situazione (seppure la popolazione fosse divisa da diverse misure, diversi pesi, diversa imposizione amministrativa e fiscale) non provocò mai litigi tra le due “popolazioni”.

Edifici religiosi


Chiesa di San Martino e Casa Canonica: situate nella piazzetta del paese, la Chiesa è stata progettata nella prima metà del Settecento dal veneziano Giorgio Massari ed è affiancata da un alto campanile di origini seicentesche (1603). La facciata è semplice, ottocentesca, decorata solo da lesene ed è sormontata da un frontone sobrio. L'interno riflette la semplicità della facciata ma di notevole interesse storico sono le iscrizioni in latino poste sui muri che sono testimonianza dell'antica storia dell'edificio. La Casa Canonica presenta un'elegante facciata che ricorda, nella struttura e nei delicati decori, le tradizionali ville venete. È opera dell'architetto Giorgio Massari.

Chiesa di Cristo Re e di San Martino: la sua realizzazione è relativamente recente, fu iniziata infatti nel 1927 e consacrata nel 1958. Fu realizzata da Luigi Candiani che le diede un aspetto basilicale e maestoso. L'interno, diviso in tre navate con absidi, è stato decorato prevalentemente a mosaico. Nelle navate laterali sono conservati due altari settecenteschi decorati da sculture e marmi, appartenenti alla chiesa preesistente. La chiesa possiede diverse cappelle: la Cappella del Sacro Cuore, decorata da un affresco di Bruno Saetti; la Cappella del Crocifisso, che Pino Casarini abbellì con i suoi affreschi nel 1949; la Cappella della Tempesta, decorata dai graffiti dell'artista Angelo Gatto. Lo stesso artista che ha decorato quest'ultima cappella è autore anche dei mosaici che decorano l'abside (Cristo Re e Teoria di Santi) e le navate laterali (la Via Crucis). Il tempio contiene, inoltre, un grande organo Mascioni del 1924.

Musei


Il Museo Civico di Arte Contemporanea custodisce un centinaio di opere della corrente costruttivista risalenti al periodo tra il 1970 e 1980. Il Museo Umbro Apollonio è una mostra permanente di pittura, unica in Italia per il suo indirizzo preciso: il movimento artistico del Costruttivismo dal 1960 ai nostri giorni. Il museo è sorto nel 1981 per volontà dell'Amministrazione Comunale che acquisì le opere che si erano affermate alle "Biennali d'Arte Contemporanea" organizzate a San Martino di Lupari. La denominazione "Umbro Apollonio" venne scelta in omaggio al critico d'arte che maggiormente aveva legato il suo nome all'approfondimento di questa tendenza artistica e che ne aveva divulgato le idee, sia come docente universitario che come critico militante e direttore della Biennale di Venezia. La Collezione conta 96 opere di 77 artisti italiani, tra i quali il luparense Edoer Agostini. Tra gli artisti stranieri figurano i francesi Yves Millecamps e Francois Morellet, lo svizzero Hans Jorg Glattfelder, gli argentini Hugo Demarco, Antonio Asis e Horacio Garcia Rossi e lo spagnolo Francisco Sobrino. La Collezione ha sede nella Sala Consiliare del Palazzo Municipale. Le Vae de Campretto e I Fionchi de Lovari sono aree di particolare interesse paesaggistico. Le Motte, in località Campagnalta, sono resti di un antico insediamento dell'età del Bronzo; alcuni studiosi lo ipotizzano un osservatorio.

Curiosità


A San Martino di Lupari ha sede la OZ s.p.a., azienda italiana leader mondiale nella produzione di cerchi in lega leggera per automobili e motocicli. San Martino di Lupari, fin dai primi anni '60, è stata la patria di tante band musicali, piccoli complessini, che magari sopra un carro agricolo si esibivano nel cortile della Tegola Verde Dancing, dove centinaia di giovani si ritrovavano per trascorrere alcune ore spensierate.

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