rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Padova da Vivere

Padova da Vivere

A cura di PadovaOggi

Comuni del Padovano, Loreggia: origine del nome ed alcune curiosità

Il territorio del comune di Loreggia comprende una superficie di circa 19,12 km² a circa 26 m s.l.m., nel centro della Pianura Padano-Veneta. Il territorio è attraversato da due fiumi, il Muson dei Sassi e il Muson Vecchio. Il primo è un torrente artificiale, creato nel XVII secolo della Repubblica di Venezia. Esso attraversa tutto il paese ed è il responsabile delle alluvioni avvenute nel 1998 e nel 2009. Il Muson Vecchio, è un altro fiume che attraversa Loreggia nei pressi di Camposampiero e passa per la frazione di Loreggiola.

STORIA. Il paese di Loreggia è citato in un diploma del 972 dell'imperatore Ottone I. Dal XII al XIV secolo fu conteso tra Padova e Treviso. Il toponimo, citato per la prima volta in un documento del 972, deriva dal nome latino della via Aurelia che attraversa il centro abitato. Prima dell'arrivo di Venezia responsabile della vita civile era il "marigo" o "degan" (decano), eletto dal consiglio degli anziani che si riuniva probabilmente in chiesa, dopo le funzioni della domenica, per occuparsi dei problemi della comunità, riscuotere i tributi e all'occorrenza fornire al "signore" un certo numero di soldati. Il dominio di Venezia portò in tutta la zona, anni di pace e di relativo benessere, interrotti solo dalla lunga e sanguinosa guerra che la serenissima dovette sostenere contro i collegati della Lega di Cambrai. L'annessione del Veneto all'Italia non aveva portato quei risultati economici che i patrioti avevano auspicato, anzi la situazione si era aggravata per le nuove tasse imposte da Roma, come quella sul macinato, sul sale, sul bestiame, sulla ricchezza mobile, sui fittavoli e così via. La situazione interna si era fatta pesante anche per una congiuntura mondiale che vedeva la riduzione del prezzo del grano, del riso, del bestiame, così che la vita nelle campagne era diventata sempre più difficile, anche per la speculazione dei latifondisti e degli usurai. A Loreggia, oltre a ciò, si dovettero affrontare altri grossi problemi, come le condizioni ambientali, le case malsane, l'analfabetismo, la situazione sanitaria e le condizioni socio-economiche, che diedero origine, come tutto il Veneto, al triste fenomeno dell'emigrazione. Questa si manifestò nella sua fase più acuta tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, costringendo migliaia di persone ad abbandonare tutto, cose ed affetti, e affrontare l'ignoto in terre lontane.

MONUMENTI

Chiesa Parrocchiale di Loreggia
La chiesa parrocchiale di Loreggia già nel 1625 sostituiva quella esistente e consacrata nel 1437 dal vescovo di Treviso, che nel suo interno aveva nel mezzo della navata delle transenne per la divisione dei sessi. Nel 1727 la chiesa venne ampliata e subì importanti interventi strutturali: si spostò probabilmente l'entrata da ovest verso est e si costruì l'absidedove. Nel 1755 si eresse l'altare maggiore con due belle statue e un bel paliotto in marmo policromo. Nel 1752 si costruì il pavimento in marmo a lastroni bianchi e rossi e nel 1777, dopo quasi un secolo di continui lavori, il vescovo di Treviso, Paolo Francesco Giustiniani, la consacrò dedicandola alla "Purificazione della Beata Vergine Maria". È una delle più belle chiese della diocesi di Treviso, nel cui interno possiamo ammirare una bella pala raffigurante San Rocco, che fu rimessa sull'altare dedicato all'omonimo Santo dopo essere stata trafugata, e "i bellissimi affreschi del pittore veneziano Sebastiano Santi, che visse a Loreggiola negli ultimi anni della sua vita, dove aveva un consistente patrimonio". Il campanile, del XVI secolo, è in stile tardo romanico, probabilmente costruito su resti di una torre d'età romana che i Camposampiero usavano come vedetta del castello; la cuspide e la cella campanaria sono del 1736. Il documento che cita per la prima volta un piccolo ospedale dedicato a San Rocco, realizzato dalla parrocchia per i suoi parrocchiani, unico nella zona di Camposampiero e nei villaggi padovani non capi distretti, come scrive Andrea Gloria, è quello redatto dal Rettore di Padova, Leonardo Contarini, in data 11 giugno 1463. Dotato di beni e con una amministrazione affidata al parroco, separata però da quella della parrocchia, aveva 8 letti che in origine servivano per l'assistenza ai lebbrosi e ai pellegrini, poi per i parrocchiani infermi o forestieri bisognosi. Alla fine dell'ottocento i locali furono affidati al comune di Loreggia, che poi li acquisì per permuta dalla Congregazione di Carità di Loreggia, a cui appartenevano, con tutti i suoi beni, ora ridotti ai soli fabbricati.

Chiesetta di Carpane a Loreggiola
La chiesetta di Carpane è menzionata nel testamento del 1183 di Speronella Delesmanini; nel 1330 è un priorato e nel XV secolo, con bolla del 1501 del Papa Alessandro VI, e riedificata e dotata di beni dai Roverbella. Nel Medioevo, accanto alla chiesetta dedicata a Sant'Antonio di Vienne e decorata di affreschi del XVI secolo, nasceva un ricovero per pellegrini tenuto da pochi frati, nel 1785, divenuta chiesa campestre, ebbe una grande importanza locale.

Chiesa parrocchiale di Loreggiola
L'antica chiesa di Loreggiola era in origine un oratorio dei Gradenigo del 1490, come ricorda anche Andrea Gloria, dedicato a Santa Maria Assunta. Come chiesa fu consacrata nel 1574 dal vescovo di Sardica e nel 1596, Giuliano Gradenigo, con il suo testamento, assegnò trenta campi al mansionario della cappella, il cui beneficio era tenuto dai frati francescani del monastero di San Giovanni Evangelista di Camposampiero. Fu ampliata tra il 1900 ed il 1906, al tempo in cui divenne una Curazia indipendente da Loreggia e nel 1911 fu elevata a parrocchia. L'attuale chiesa parrocchiale di Loreggiola, dedicata a Santa Maria Immacolata, venne costruita fra il 1925 ed il 1930 sul posto della preesistente, e si ritiene anche con il medesimo orientamento della precedente, di cui si conservano due antiche pale d'altare.

Nel comune si trovano le seguenti ville venete:

Villa Polcastro, Wollemborg (XVI secolo)
Villa Ascoli, Angelo Bonsembiante (XIX secolo)
Villa Rana (XVII secolo)
Villa De Portis (XIX secolo)
Villa Soranzo (XVII secolo)
Villa Chinellato (XIX secolo)
Villa Arrigoni (XVIII secolo)

A Loreggia fu fondata nel 1883 la prima cassa rurale d'Italia, ad opera di Leone Wollemborg e di 32 suoi soci; prendendo spunto dall'attività di Federico Guglielmo Raiffeisen. Dopo la prima cassa rurale, ne furono fondate altre in Veneto (come a Trebaseleghe) e in Toscana (come a Castelfiorentino). L'idea di Wollemborg era quella di creare degli istituti bancari in grado di poter effettuare prestiti ed altri tipi di operazioni, ai ceti meno abbienti dell'epoca.

Si parla di

Comuni del Padovano, Loreggia: origine del nome ed alcune curiosità

PadovaOggi è in caricamento