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Padova da Vivere

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A cura di PadovaOggi

Comuni del Padovano, Lozzo Atestino: origine del nome ed alcune curiosità

Il nome Lozzo ha un'etimologia propria che dà adito a diverse interpretazioni. Oltre a "lutum" (fango, terra fertile, torbosa) e "luxos" (obliquo, pendente), l'ipotesi più appropriata e che meglio si adatterebbe alla situazione del territorio originario è "lucus" (bosco sacro); infatti, il monte anticamente era coperto da un immenso bosco, come testimoniano alcuni toponimi quali Rovere e Ronchi. Nel 1867 venne aggiunto l'aggettivo Atestino in quanto situato nella zona di Este (Atheste).

STORIA. I primi insediamenti umani, favoriti dal clima, dalla posizione dei luogo e dall'abbondanza di boschi e selvaggina, erano situati sul monte di Lozzo, in località Pegorile e Misereo e risalgono alla Preistoria, come testimoniano i ritrovamenti dei grandi focolari con gli scavi del 1904. Importanti reperti, come oggetti fittili, di selce e di bronzo, sono stati rinvenuti anche in località Malandrina e Val Calaona. Tutti gli oggetti ed i manufatti sono raccolti presso il Museo Atestino di Este. I primi abitatori di Lozzo erano tribù seminomadi, assorbite poi dagli Euganei. Sei o sette secoli dopo l'insediamento di questi, giunsero nella zona i Paleoveneti, che introdussero la cultura dei ferro. L'arte paleoveneta presenta un aspetto un po' artigianale, ma di buona tecnica. I reperti di ceramica presentano vari tipi di decorazione che dimostrano un notevole gusto e senso artistico, così come i reperti di bronzo: ha inizio e si sviluppa la civiltà atestina. In epoca romana Lozzo faceva parte dell'agro romano atestino; si svilupparono le attività agricole e il commercio e furono costruite opere di difesa delle terre dalle acque. Le sorti degli abitanti di Lozzo nel periodo medievale furono legate a quelle dei Comune e delle Signorie di Padova: l'economia agricola ristagna e il territorio è in balia degli eventi naturali. Il periodo compreso fra il 1313 e il 1345 fu assai tormentato per tutta la zona atestina, percorsa da soldati Scaligeri, Padovani ed Estensi in continue contese fra loro. Solo con i Carraresi (1345-1405) ci fu un periodo di pace e lavoro con la rinascita dell'agricoltura e delle attività ad essa collegate. Con la caduta dei Carraresi, Lozzo passò alla Repubblica di Venezia; vennero così intensificate le bonifiche per aumentare la produzione agricola e la coltivazione di canapa e lino. Dal 1500 il territorio di Lozzo fu in gran parte posseduto da nobili famiglie veneziane, quali Lando, Correr, Basadonna, Sagredo e dai Padri Armeni. Nei tempi moderni Lozzo ha vissuto le vicende di tante altre località della Bassa padovana: le due guerre, con il tributo di tante vite di cittadini i cui nomi sono scolpiti sui monumenti di Lozzo e Valbona, e due grandi migrazioni, quella estera di fine '800 e quella interna degli anni '50. L'economia agricola prevalente in zona non era sufficiente ad impiegare la popolazione presente in quegli anni; anche la cava di trachite e la filanda chiusero definitivamente.

DA VEDERE. Il Castello di Valbona. Eretto intorno al 1228 per difesa militare, è ancora ben conservato. Concepito come fortezza e situato in posizione strategica, aveva un corpo di guardia permanente. La pianta è rettangolare con lati di metri 40x25 e le mura, spesse più di un metro, sono costruite con pietre dei colli e mattoni a vista. Il castello era circondato da un fossato e aveva un ponte levatoio, camminamenti di ronda e cinque torri. Al suo interno, si trovavano la scuderia, l'armeria, il magazzino e l'officina. Nel 1318 la fortezza passò alla signoria dei Carraresi e, più tardi, sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia. Nel 1513, cessate lotte e contese, Venezia cedette il castello per altri usi a privati cittadini, fra i quali i nobili Lando Correr, i Barbarigo, gli Abrizzi. Oggi è di proprietà di una società privata che lo ha adibito a ristorante e parco.
Villa Lando-Correr. Di fronte al ponte sul Bisatto di ingresso al paese, sorge la Villa Lando-Correr, semplice e maestosa, immersa nel suo parco di piante secolari. E' un edificio a tre piani e dal suo corpo si dirama un'imponente barchessa fin quasi a raggiungere l'argine dei canale. La villa fu costruita come residenza di campagna dei Lando, nobili veneziani, che nel 1500 acquistarono diversi terreni a Lozzo, Valbona, Zovon e Casale Scodosia. Dal 1700 la villa passò ai signori Correr di Venezia e dal 1876 ai Da Zara. La villa Correr passò nelle mani di diversi proprietari e le barchesse, costruite originariamente in funzione delle necessità di una vasta azienda agricola, hanno ospitato nel nostro secolo attività industriali legate all'agricoltura e furono anche centro di raccolta di bozzoli dei baco da seta e filanda.

CHIESE. La più importante è la Chiesa arcipretale di Lozzo. In stile neoclassico, ha una sola navata d'ordine ionico puro che si sviluppa poi nel magnifico colonnato semicircolare dell'abside. La chiesa è stata costruita sui resti dell'antico edificio eretto intorno al 1200 e ingrandito poi dai Lando nel 1515. Il campanile adiacente è dLa sua costruzione iniziò nel 1858 e fu completata verso la fine dei 1897. Nel 1912-13 sono stati aggiunti il maestoso pronao e la gradinata a due rampe. Il campanile adiacente è di proporzioni massicce, dorico singolare per la sua forma ottagonale, alto 45 metri è tutto in pietra viva. Un altro edificio religioso di valore storico è la vecchia chiesa di Valbona; essa era un oratorio pubblico di proprietà dei nobili veneziani Lando e veniva chiamato chiesuola o oratorio di San Rocco, patrono della frazione; attualmente è sconsacrata ed adibita ad auditorium. La chiesetta di Chiavicone, la frazione più a sud dei Comune, è una semplice chiesetta campestre dedicata al Redentore. La sua costruzione risale al 1795. La nuova chiesa di Valbona è stata costruita dopo la prima Guerra Mondiale, contemporaneamente all'Oratorio di Lanzetta.

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